Calcionews24
·14 aprile 2025
Sassuolo in A, Grosso: «Sul 2-0 dello Spezia avevo spento, poi… Qualità, solidità e la rosa profonda le nostre armi»

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·14 aprile 2025
Il Sassuolo torna in Serie A. Dopo un anno in purgatorio i neroverdi di Fabio Grosso ottengono la promozione diretta con cinque giornate d’anticipo. Di seguito le parole del tecnico a la Gazzetta dello Sport.
PAREGGIO SPEZIA – «E sul 2-0 avevo staccato tutto… Alla fine ho riacceso, la gara era riaperta e l’ho vista fino alla fine. Un’emozione diversa, va bene così».
LA PRIMA CHIAMATA – «Da mia mamma».
NESSUN DUBBIO SULLA PROMOZIONE? – «In tanti mi rasserenavano, ma non mi fidavo. Temevo gli avversari, temevo di inciampare, quindi siamo sempre stati concentrati sul percorso avviato».
QUANDO HA CAPITO CHE CE L’AVRESTE FATTA? – «Dopo le prime 4 pensavo: è dura. Ma dopo il primo filotto di vittorie ho visto solidità e qualità, trovando il modo di vincere anche soffrendo. Le vittorie sporche a Carrara e Cosenza, rivedendo le mie idee, ci hanno dato forza».
IL MOMENTO PIÙ DURO? – «A gennaio quando abbiamo perso Thorstvedt, un’assenza pesante perché è un giocatore particolare. Ma i rinforzi sono arrivati e la rosa era già ricca».
COME SI COSTRUISCE UNA CORAZZATA DOPO UNA RETROCESSIONE? – «L’estate è stata tosta, dovevamo convincere i ragazzi di cosa ci aspettava, perché la B è particolare. Con il direttore Palmieri abbiamo puntato su determinati giocatori e tenuto tanti giovani, abbiamo fatto capire che la retrocessione andava riscattata. Facile abbandonare, era giusto rimediare e tutti l’hanno recepito».
IL RIENTRO DI BERARDI? – «Con una ferocia e una determinazione tali da farlo diventare uno stimolo per tutti. Le qualità tecniche le conosciamo, col resto ha dimostrato di essere un vero campione».
LAURIENTÉ E GLI ALTRI? – «Hanno colpi che in B non si vedono. Ma avere un Toljan o un Romagna, un Boloca o un altro qualsiasi, è una fortuna per le loro qualità».
HA CAMBIATO SEMPRE FORMAZIONE. PERFEZIONISMO? – «Ho cambiato sempre formazione perché la rosa è profonda e tutti devono giocare per farsi trovare pronti. Così hanno colto le loro opportunità».
21 GOL DALLA PANCHINA: SPIEGA TUTTO? – «Esatto. I 5 cambi per me sono molto importanti».
VITA IN HOTEL, SEMPRE IN TUTA. PERCHÉ? – «Questo lavoro richiede impegno e passione. Recuperavo con la famiglia, Sassuolo è nel mezzo tra Torino dove vivo, Pescara dove ci sono i miei genitori e Frosinone dove gioca mio figlio. Il lavoro mi piace farlo così».
VOLEVA DIMOSTRARE QUALCOSA? – «Nulla, mi piace quello che faccio e come lo faccio. Crescendo ho limato qualche spigolo, e qui ho trovato una proprietà seria e leale».
LE PROMOZIONI NON LE BASTANO? – «Le coccarde mi gratificano, per carità, però mi gusto di più ciò che ho creato sul campo».
QUESTO SASSUOLO È PRONTO PER LA A? – «Abbiamo il tempo per parlarne: le categorie sono diverse e servirà una bella riflessione».
LA SUA CONFERMA È SCONTATA? – «Il contratto c’è, la volontà pure, se la società è d’accordo andiamo avanti. L’importante è avere le idee chiare sin dall’inizio. Come successo quest’anno, quindi sono sereno».
IN A CON L’AMICO INZAGHI? – «Sta facendo un grandissimo campionato, anche se non è mai sereno. Ma anche l’altro mio amico D’Angelo non ha abdicato, può vincere i playoff».
SE SI IMMAGINA IN A, IN QUALE STADIO SI VEDE? – «San Siro, non so perché ma mi viene sempre in mente quello. Forse per non ripetere il 6-1 beccato in Coppa Italia».
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