Calcionews24
·1 ottobre 2025
Scaroni: «È cambiato Wembley, può farlo San Siro. Si vedrà ancora meglio e non è operazione propedeutica a cessione Milan»

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·1 ottobre 2025
Intervistato dal Corriere della Sera il presidente del Milan Paolo Scaroni ha parlato principalmente sella svolta storica riguardante San Siro.
Una giornata storica.«Da milanese d’adozione ho sempre creduto nella città del fare, non in quella che abbassa le braccia. È stata una trattativa complessa. Su rinnovamento e parziale demolizione sono emerse posizioni legittime ma ideologiche, che andavano superate. Il mondo cambia, se è successo nel tempio del calcio a Wembley, può accadere qui. Non è tempo di “palle al piede”…».
Intende il «Meazza»?«Sì, ne resteranno le vestigia, come richiesto dalla Soprintendenza: una memoria importante per ricordare i momenti felici. Ma l’obiettivo è sempre stato solo quello di dotare la città di uno stadio moderno ed efficiente».
E l’operazione «speculativa» additata da molti? «Faremo un albergo, le sedi di Inter e Milan, i musei delle due squadre, del vecchio e del nuovo San Siro, con un centro commerciale da 15mila mq: non certo il più grande d’Europa. Speculare è l’ultima intenzione dei club, altrimenti avremmo forzato sulla legge per gli stadi che ci permetteva di costruire ancora di più».
La «speculazione» starebbe nella rivendita della società. Con il nuovo stadio.«Anche se non escludiamo altre scelte in futuro, oggi siamo lontanissimi. La nostra vocazione è sportiva. Non c’è alcuna vendita in programma a breve o medio termine. Il progetto sarà un patrimonio in grado di generare entrate maggiori, spazi più agevoli, praticabili e belli per invogliare i tifosi a venire ancor di più, così da comprare grandi giocatori e vincere le coppe come tutti i grandi club. Nessuno scappa con i soldi in tasca».
C’è stato un momento in cui avete pensato davvero di rinunciare a San Siro?«Sì, e abbiamo lavorato sull’alternativa San Donato. Un’area su cui restiamo propositivi: abbiamo speso 40 milioni, e manteniamo l’idea di portarci attività sportive».
Sullo stadio condiviso?«Funzionerà perché ha sempre funzionato. Dividerci e restare al Meazza? Non è mai stata un’opzione in campo».
Al di là dei difetti, la «Scala» del calcio resta un’icona. Il timore è che il fascino possa perdersi in cantiere.«San Siro è già lo stadio più bello del mondo per vedere le partite. Lo sappiamo, e per noi è un must assoluto fare in modo che si veda ancora meglio, con gli spettatori ancora più vicini e le tribune altrettanto verticali, se non di più».