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·15 novembre 2025

Scaroni: «Il nuovo San Siro sarà il motore della Milano dei prossimi decenni»

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Per Paolo Scaroni, presidente del Milan, il nuovo stadio condiviso con l’Inter non è solo un’infrastruttura sportiva: è il progetto che può segnare un salto di qualità per la città. «Il nuovo stadio può rappresentare il motore di un nuovo scatto per la crescita della città, come lo furono CityLife e Porta Nuova», spiega in un colloquio con Moneta (il settimanale economico di Il Giornale, Libero e Il Tempo), sottolineando come “due casi-simbolo di rigenerazione urbana” abbiano contribuito a ridisegnare la Milano contemporanea.

Scaroni ricorda di aver iniziato la battaglia per un impianto moderno nel 2018, appena diventato presidente: «Avendo visto gli stadi di molte grandi città nel mondo, ho capito subito che San Siro non era più adeguato: oggi è uno stadio fuori dal tempo».


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«Nel nuovo impianto l’esperienza sarà magnifica»

L’attuale Meazza, spiega, non può più garantire un’esperienza all’altezza delle aspettative di un club globale. Il nuovo stadio «avrà 71.500 posti, con gradinate più vicine al campo, pendenze spettacolari, sedute più confortevoli e tecnologia Led su vari anelli con grandi maxischermi». Un impianto “pienamente accessibile”, con aree per famiglie, massima sicurezza e un’offerta premium finalmente competitiva in Europa.

Proprio queste aree, ribadisce Scaroni, rappresentano un fattore economico decisivo: «Posso assicurare che almeno il 10% degli incassi deriverà da queste attività. Spesso anche di più. A San Siro è impossibile farla evolvere oltre il contributo attuale».

Ma l’operazione non punta a trasformare lo stadio in un luogo d’élite: «No, sarà dedicato a tutti gli spettatori. Sul punto ci sono troppe fake news. I posti premium ci permetteranno di mantenere prezzi accessibili per tifosi e famiglie». La visione condivisa con Gerry Cardinale e RedBird è quella di «un’icona moderna, multifunzionale e sostenibile», viva ben oltre i novanta minuti di gioco.

Uno stadio vivo sette giorni su sette

L’obiettivo è portare a Milano quanto già accade negli impianti di Londra, Monaco, Madrid: «Vogliamo uno stadio vivo tutta la settimana, non solo quando si gioca. Non inventiamo nulla di nuovo: porteremo a Milano ciò che già esiste altrove. E vogliamo farlo ancora meglio».

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