Zerocinquantuno
·2 dicembre 2025
Serata storta che a volte capita: brava la Cremonese ad approfittarne, perfetta la reazione del Dall’Ara. Errori di Casale e non solo, ma le colpe vanno condivise

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Bologna-Cremonese 1-3: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
Solo un piccolo inciampo – Non siamo più abituati ad inizi di settimana grigi come questo cielo di dicembre. Scherzi a parte, una partita del genere prima o poi doveva capitare: il calcio è così, non si può pensare di non perdere mai. Nel caso specifico il rammarico è grande perché battere al Dall’Ara una squadra sulla carta inferiore e molto distante in classifica avrebbe significato andare a -1 dal primo posto, ma certi inciampi di tanto in tanto sono quasi fisiologici, specie per chi gioca ogni tre giorni.
Le tre prove sufficienti – L’unico che ha mantenuto un buon livello di prestazione nell’arco dell’intera gara è stato Miranda: dopo un avvio di stagione altalenante, ora lo spagnolo è in fiducia. Orsolini si è reso spesso pericoloso e ha avuto il merito di trasformare il rigore dell’1-2, cancellando subito l’errore di Udine, mentre Lucumí pur non brillando come suo solito se l’è cavata sicuramente meglio sia di Casale che di Heggem.
Il supporto incondizionato – Già ad un quarto d’ora dalla fine l’esito del match era palese, eppure il pubblico del Dall’Ara ha sostenuto e ringraziato i ragazzi come se si stesse materializzando l’ennesimo risultato positivo, al grido di «siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai!». Segno evidente che i tifosi hanno compreso e accettato la serata storta di un gruppo che, visto quello che sta facendo da parecchio tempo, merita tutto l’affetto e la fiducia possibili.
La porta stregata – La Cremonese è stata brava a sfruttare le falle difensive del Bologna e ha avuto dalla sua anche un po’ di fortuna, che fin da subito non ha girato dal verso rossoblù (basti pensare all’immediato palo colto da Orsolini). È stata una di quelle partite segnate in partenza, in cui nonostante la mole di gioco prodotta il pallone non ne vuole proprio sapere di entrare in rete.
La serataccia di Casale – La squadra di Nicola ha buone individualità e ieri era più in forma, ha meritato la vittoria e avrebbe potuto segnare anche più gol. Alcuni singoli del Bologna, al contrario, sono apparsi parecchio sottotono: su tutti Casale, che purtroppo si è rivelato l’anello debole dell’intera retroguardia. A Udine aveva offerto una buona prestazione, i bianconeri sono forse la squadra fisicamente più strutturata del campionato e in quel tipo di sfida l’ex Lazio aveva dimostrato di poter fare bene. Ieri sera, invece, gli attaccanti grigiorossi erano rapidi e tecnici e per gestirli bisognava coprire uno spazio maggiore, e in simili situazioni Casale va molto più in difficoltà.
Il blackout prolungato – Sul terzo gol anche Ravaglia ha commesso un errore in uscita bassa, ma sarebbe ingeneroso nonché sbagliato attribuire la sconfitta ad uno o due singoli. Il Bologna non è stato quello che sa essere, e ha giocato per quasi novanta minuti come aveva fatto in quella frazione di secondo tempo contro il Salisburgo nella quale gli ospiti avrebbero potuto segnare più di una rete.









































