Serena: «Non vorrei essere blasfemo, ma Kean-Retegui ricorda Rossi-Graziani» | OneFootball

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Calcionews24

·11 ottobre 2025

Serena: «Non vorrei essere blasfemo, ma Kean-Retegui ricorda Rossi-Graziani»

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Serena: «Non vorrei essere blasfemo, ma Kean-Retegui ricorda Rossi-Graziani». Le dichiarazioni dell’ex attaccante

Aldo Serena, ex attaccante di razza e finissimo analista di calcio, osserva con grande interesse i primi passi della Nazionale italiana sotto la guida di Rino Gattuso. Un occhio attento, il suo, soprattutto sui movimenti degli attaccanti e sulle dinamiche tattiche. Serena non nasconde la sua sorpresa positiva per una coppia che, sulla carta, sembrava difficile da assemblare, ma che sta regalando segnali incoraggianti. Ecco l’intervista rilasciata a Tuttosport

KEAN-RETEGUI – «Nella prima partita in cui Gattuso li ha schierati titolari ero curioso di capire come si sarebbero integrati e credo che la coppia funzioni proprio perché tra i due è forte la volontà di trovarsi e di giocare insieme. Retegui è bravo a scaricare dietro il pallone e a difenderlo, mentre Kean gli può anche un po’ girare intorno».


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COMPLEMENTARI – «Kean è bravissimo ad attaccare lo spazio, a lavorare in ampiezza perché è un attaccante con una fisicità notevole, mentre Retegui il meglio lo dà in area dove è micidiale anche perché, a differenza di molti colleghi, è bravissimo a colpire di testa saltando a pié pari, non dopo aver fatto “il terzo tempo”: ciò nonostante, resta molto in aria e riesce a sorprendere chi lo marca».

RETEGUI IN ARABIA: UN VANTAGGIO PER L’ITALIA – «A metà. Perché sotto il profilo dell’usura, giocare quel campionato può salvaguardarlo; per il resto è sempre meglio giocare in competizioni dove ci si misura con gli avversari sotto stress, acquistando l’abitudine a giocare a certi livelli»

CHI RICORDANO NEL PASSATO – «Non vorrei essere blasfemo, ma dico Rossi e Graziani. Il mio ragionamento si basa sulle caratteristiche della coppia, anche se con un livello diverso rispetto ai due campioni del mondo nel 1982. Rossi era molto bravo tecnicamente ed era bravissimo, come Retegui, a muoversi in area di rigore, a chiudere i triangoli con i centrocampisti e a scaricare la palla indietro dopo averla difesa. Graziani era un toro: aveva fisicità e sapeva attaccare la profondità portandosi a spasso spesso un paio di avversari. Proprio come Kean».

GATTUSO – «Sta interpretando il ruolo in linea a quello che è lui: un motivatore d’eccezione, un allenatore che cerca di assemblare i propri giocatori in relazione alle qualità che questi possiedono».

ALTERNARE DIFESA A 3 E A 4 – «Sì, anche se questa scelta non mi convince: io un canovaccio tattico definito lo terrei, anche per infondere più sicurezze a chi va in campo».

PERCHÉ SPALLETTI NON HA FUNZIONATO – «Perché lui è un “orologiaio”, ha un’idea di gioco ben definita, la persegue con tutte le sue forze e per questo ha bisogno di tempo. E in Nazionale di tempo non ce n’è. In più forse non c’erano neanche i calciatori per fare quanto chiedeva».

BUFFON E BONUCCI – «Beh, parliamo di due campioni del mondo e di un campione d’Europa, tutti personaggi che hanno avuto un legame indissolubile con la maglia azzurra. Detto questo, l’importante è che ciascuno mantenga i propri ruoli senza mai invadere il terreno uno dell’altro».

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