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·14 novembre 2025

Serie A, ecco i numeri che non tornano: il campionato che inganna, tra realtà e fantasmi

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Serie A, immergiamoci dentro le pieghe della classifica: quello che i dati dicono e che i risultati provano a nascondere

C’è una linea sottile, quasi invisibile, che separa ciò che vediamo ogni domenica da ciò che realmente accade in campo. Una linea fatta di occasioni create, gol attesi, tiri respinti, deviazioni, centimetri, episodi. Una linea che i dati – quelli veri – provano a illuminare, mentre la classifica continua a raccontare un’altra storia, spesso più romantica, ma anche tremendamente ingannevole.La fotografia di queste prime undici giornate ci porta esattamente lì, nel terreno in cui il calcio smette di essere superficiale e diventa trasparente.

Inter e Roma: due realtà solide, due modi diversi di confermare la propria forza


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L’Inter domina la classifica reale e quella “nascosta” degli xG. È una squadra che produce tanto, concede pochissimo e finora ha semplicemente trasformato in risultati ciò che costruisce. Qui non c’è trucco: solo continuità. Se c’è una squadra che non vive oltre i propri limiti, è proprio quella di Chivu.Diverso il discorso per la Roma, che resta comunque convincente. I giallorossi stanno ottenendo qualcosina in più rispetto a quanto creano, ma parliamo di un margine contenuto, figlio di un cinismo ritrovato e di una struttura difensiva che concede meno di quanto si creda guardando le partite distrattamente. Una squadra “in controllo” più che “fortunata”.

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Il Milan e il paradosso della difesa che regge fin troppo

Il Milan è una delle sorprese più particolari di questa lettura. La posizione in classifica è buona, il rendimento difensivo sembra ottimo, ma gli xG dicono l’esatto contrario: i rossoneri stanno concedendo molto di più di quanto ci si aspetterebbe da una squadra che ambisce ai vertici.E allora come mai subiscono così poco? Semplice: perché Maignan è sempre Maignan.È una bolla che può durare, certo, ma rimane pur sempre una bolla. E quando una squadra vive grazie agli interventi del proprio numero uno, la domanda, inevitabile, è sempre la stessa: “Quanto durerà?”E la risposta, purtroppo, non è mai eterna.

Napoli, la squadra che vola più in alto di quanto dovrebbe

Il Napoli è il caso più evidente di overperformance dell’intero campionato. Produce relativamente poco, concede più di quanto dovrebbe, ma la differenza reti è da squadra di vertice pieno. I numeri reali sono molto più belli di quelli “logici”, e questo genera un dubbio: stiamo vedendo una squadra in crescita o semplicemente una squadra che sfrutta al massimo ogni episodio?Quando una squadra segna più di quanto costruisce e subisce molto meno di quanto concede, il risultato è un equilibrio instabile. Affascinante, ma fragile.

Il gruppo delle “coerenti”: Bologna, Sassuolo, Como, Lazio, Udinese

Ci sono squadre che vivono la stagione esattamente per ciò che sono. Né troppo fortunate, né troppo sfortunate. Bologna, Sassuolo, Como, Lazio e Udinese mostrano numeri che confermano le loro posizioni.Chi crea, raccoglie. Chi concede, paga.È come se il campionato avesse già deciso chi sono e cosa rappresentano. Nessuna montagna russa, nessuna illusione: solo identità.

Atalanta e Cremonese, due percorsi senza maschere

L’Atalanta è incredibilmente lineare per una squadra storicamente estrema: produce in linea con quanto segna, concede più o meno quello che subisce. Una normalità quasi disturbante per chi era abituato ai picchi di Gasperini e adesso dovrà riniziare dopo la breve parentesi Juris con un allenatore giovane ma esperto come Palladino.Simile discorso per la Cremonese, che sta facendo esattamente ciò che gli xG prevedono. Né più né meno, e qui la mano di Nicola si vede eccome.

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Cagliari, Torino e Pisa: squadre che creano troppo poco o concedono troppo

Altri tre casi interessanti. Il Cagliari concede moltissimo e segna poco, quindi la classifica dura non è un mistero. Idem il Torino, che paga una produzione offensiva poverissima.Il Pisa, invece, vive in un limbo: crea poco, concede abbastanza, ma non ha né colpi né fortuna per ribaltare il destino. È una squadra che sembra destinata a soffrire perché non ha alcuna eccellenza statistica a cui aggrapparsi.

Genoa, Verona e soprattutto Fiorentina: quando la classifica è molto più brutta della realtà

Queste sono le tre squadre davvero penalizzate.

Il Genoa costruisce molto più di quanto segni. La mano dell’allenatore Vieira da poco esonerato c’è stata, le occasioni anche, ma manca precisione. È una squadra che sembra aver lasciato in panchina il proprio bomber… ma non per scelta.

Il Verona è ancora più emblematico: difesa non disastrosa, attacco sterile. Una squadra che vive il campionato sempre al limite, ma senza la cattiveria necessaria a spostare qualcosa.

E poi c’è lei: la squadra più sfortunata del campionato, e non è un’opinione ma un dato matematico.

La Fiorentina: la grande ingannata del campionato

I viola hanno un xG da sesta-sagoma del campionato, ma segnano pochissimo.Hanno una difesa che concede, sì, ma non quanto dica la differenza reti.Creano tanto, sprecano troppo, e pagano ogni episodio in modo sproporzionato.Il loro xGD è vicino allo zero, quindi una squadra “normale”, da metà classifica. La realtà è ben diversa: ultimo posto, differenza reti spaventosa, risultati che sembrano condannare ancor prima di giocare.

È la dimostrazione perfetta che il campo non sempre racconta la verità.O, ancora meglio, che il campo la racconta… ma solo se la guardi con gli strumenti giusti.

Conclusione: un campionato pieno di illusioni (e qualche rivelazione)

Questa lettura degli xG è un viaggio dentro un campionato che mente, o che almeno prova a mentire. Alcune squadre sembrano più forti di quanto siano davvero, altre molto più deboli di quanto meritano.La bellezza degli xG sta proprio in questo: non ti dicono come finirà, ma ti dicono come dovrebbe finire, se il calcio fosse una scienza esatta.E invece resta meravigliosamente imperfetto, pieno di deviazioni, pali, miracoli, errori, e destini che cambiano per un gol sbagliato da due passi.

I numeri provano a mettere ordine, la classifica prova a confondere.E in mezzo ci siamo noi, che cerchiamo la verità sapendo che – forse – non esiste una sola verità

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