Serie A, l’impatto delle plusvalenze sui bilanci: quasi il 20% dei ricavi arriva dalle cessioni | OneFootball

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Calcio e Finanza

·3 luglio 2024

Serie A, l’impatto delle plusvalenze sui bilanci: quasi il 20% dei ricavi arriva dalle cessioni

Immagine dell'articolo:Serie A, l’impatto delle plusvalenze sui bilanci: quasi il 20% dei ricavi arriva dalle cessioni

Nel mirino di indagini della giustizia ordinaria e sportiva, impattate dalle norme UEFA, al centro di polemiche per l’uso a tratti smodato anche all’estero, usate anche come “bonus” per dirigenti, in una costante ricerca di un metodo scientifico per valutarle, tema anche di scontro in base ai principi contabili internazionali, ma con un impatto comunque rilevante sui conti dei club. Parliamo delle famigerate plusvalenze, uno dei temi più chiacchierati quando inizia l’estate e con essa partono le maggiori trattative per il calciomercato. Negli ultimi anni, infatti, la questione è stata analizzata sotto diversi punti di vista, anche quello penale (tema non oggetto dell’analisi, in quanto di competenza dei tribunali), vista la portata delle operazioni in termini economici.

Da voce straordinaria di ricavi (tanto che fino agli anni ‘90 nei bilanci venivano iscritte appunto sotto i proventi straordinari), oggi ormai le plusvalenze sono diventate quasi una voce ordinaria nei conti dei club: ovviamente non sono ricavi garantiti come possono essere i diritti televisivi o gli accordi di sponsorizzazione, ma è una voce su cui le società puntano per aumentare i ricavi e cercare di far quadrare i conti. Basti pensare che anche una big come il Real Madrid negli ultimi anni abbia incassato oltre 80 milioni di euro annui in media dalle cessioni dei giocatori.


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Prima di addentrarci nei numeri, partiamo da un chiarimento: la plusvalenza non è semplicemente la differenza tra il valore di cessione e quello di acquisto di un calciatore, bensì si basa sulla differenza tra quanto un club incassa dalla cessione e il valore netto residuo a bilancio del calciatore stesso (calcolato come valore di acquisto meno gli ammortamenti che vengono spalmati su ogni stagione in base al numero di anni di contratto del giocatore). Per entrare in un caso specifico, un calciatore acquistato da un club a 10 milioni di euro con un contratto di cinque anni avrà un ammortamento annuo di 2 milioni e al termine della prima stagione avrà così un valore netto residuo pari a 8 milioni (che scenderà a 6 dopo la seconda stagione, a 4 dopo la terza fino ad arrivare a 0). In caso di cessione del giocatore dopo il primo anno, con una valutazione di 20 milioni, la plusvalenza che il club potrà iscrivere sarà pari a 12 milioni (20 milioni di valutazione tolti gli 8 milioni di valore netto residuo).

Serie A ricavi plusvalenze, le entrate negli ultimi 10 anni

Quanto valgono, così, queste plusvalenze per i club di Serie A? Negli ultimi 10 anni, analizzando i bilanci chiusi ufficialmente (quindi dalla stagione 2013/14 alla stagione 2022/23), le società che hanno disputato il massimo campionato in Italia hanno incassato complessivamente 5,4 miliardi di euro dalle plusvalenze, con una media di circa 540 milioni di euro a stagione. Complessivamente, il fatturato aggregato dei club nello stesso periodo è stato pari a 29 miliardi di euro: le plusvalenze quindi hanno portato alle squadre italiane il 18,6% dei ricavi complessivi.

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Una percentuale che, dopo un picco negli anni pre-pandemia, nelle ultime stagioni è diminuita: vuoi da un lato per l’aumento degli altri ricavi, vuoi dall’altro anche per una diminuzione delle operazioni in uscita.

In particolare infatti nel 2013/14 le plusvalenze valevano il 17,7% dei ricavi per la Serie A: una percentuale salita fino al 24% nel 2016/17 (annata in cui si sono realizzate due delle maggiori plusvalenze di sempre, come vedremo in seguito), stabilizzandosi intorno al 23% fino al 2019/20, la stagione in cui poi è scoppiata la pandemia legata al Covid-19. In termini di milioni, si è passati invece dai 407 milioni del 2013/14 ad un record di 717,5 milioni proprio nel 2019/20.

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La pandemia ha portato così ad un netto calo sia dell’impatto sui conti che delle cifre. In particolare, infatti, nel 2020/21 il calo delle operazioni ha portato a plusvalenze per “soli” 350 milioni di euro (pari all’11% dei ricavi), cifra poi passata a 495 milioni nel 2021/22 (16,3% dei ricavi) e risalita a 570 milioni nel corso della stagione 2022/23 (pari al 16% dei ricavi). Per dare un contesto, nella annata 2022/23 le plusvalenze hanno rappresentato la terza principale voce di ricavi per i club di Serie A, dietro ai ricavi da diritti tv (42% del totale aggregato dei fatturati) e ai ricavi commerciali (22%) ma davanti ai ricavi da stadio (11%).

Plusvalenze Serie A, le operazioni record

Complici quindi i valori comunque rilevanti, seppur in leggero calo, guardando agli ultimi anni sono stati diversi i club di Serie A che hanno ritoccato verso l’alto i propri record legati alle plusvalenze. Basti pensare ad esempio all’Inter tra Lukaku, Hakimi e Onana, oppure al Milan con Tonali o ancora all’Atalanta con Hojlund. Tuttavia, per trovare le operazioni più vantaggiose per le squadre italiane bisogna tornare all’estate 2016, quando la cessione di Paul Pogba innescò anche un altro affare record: la Juventus incassò una plusvalenza di 76 milioni (al netto dei circa 27 milioni che ricevette Raiola come percentuale sull’operazione) dal passaggio del francese al Manchester United, reinvestendo una parte dei 105 milioni complessivi ricevuti per acquistare Gonzalo Higuain, per cui il Napoli incassò 90 milioni registrando una plusvalenza di 86 milioni che attualmente è la più alta di sempre in Italia. Davanti ad altre due operazioni che riguardano ancora il club bianconero: la cessione di Zinedine Zidane al Real Madrid nell’estate 2002 con una plusvalenza per 69,9 milioni di euro, e l’acquisto di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina nel gennaio 2021 che consentì ai viola di registrare una plusvalenza pari a 68,6 milioni di euro.

Completano poi la top 10 altri affari rilevanti che hanno riguardando le big italiane, tutte con cessioni verso l’estero: dal passaggio di Lukaku al Chelsea (plusvalenza di 66,8 milioni per l’Inter) a quelli di Cavani al PSG (plusvalenza di 64,6 milioni per il Napoli), passando per Kakà al Real Madrid (plusvalenza di 63,7 milioni per il Milan), Jorginho al Chelsea (59,7 milioni di plusvalenza per il Napoli) e Alisson al Liverpool (plusvalenza di 57,6 milioni per la Roma). A chiudere la top 10, invece, troviamo un altro affare dei primi anni duemila, con il passaggio di Hernan Crespo dal Parma alla Lazio nell’estate 2000 che garantì ai gialloblu una plusvalenza di 55 milioni.

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