Silvano Martina (agente Buffon) fa questa confessione: «Vi svelo questo aneddoto su Gigi, ecco cosa successe quando lasciò la Juve» | OneFootball

Silvano Martina (agente Buffon) fa questa confessione: «Vi svelo questo aneddoto su Gigi, ecco cosa successe quando lasciò la Juve» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Juventusnews24

Juventusnews24

·21 settembre 2025

Silvano Martina (agente Buffon) fa questa confessione: «Vi svelo questo aneddoto su Gigi, ecco cosa successe quando lasciò la Juve»

Immagine dell'articolo:Silvano Martina (agente Buffon) fa questa confessione: «Vi svelo questo aneddoto su Gigi, ecco cosa successe quando lasciò la Juve»

Silvano Martina, storico agente Buffon, ha fatto questa confessione sul leggendario portiere della Juve. Le sue dichiarazioni

Un nome che appartiene a un’altra epoca del calcio, una figura che ha vissuto il pallone da due prospettive uniche. Silvano Martina è stato un estremo difensore di grande valore, protagonista della Serie A degli anni ’70 e ’80 con le maglie gloriose di Genoa, Inter e Lazio

Ma la sua seconda vita è stata altrettanto, se non più, significativa. È stato un precursore dei tempi, tra i primi in assoluto in Italia a intraprendere la carriera di procuratore sportivo, tracciando un solco per una professione che oggi è un elemento cruciale del calcio moderno. Da più di tre decenni, guida la carriera di fuoriclasse affermati come la leggenda bianconera Gianluigi Buffon e di talenti emergenti, diventando una delle figure più rispettate e influenti del settore.


OneFootball Video


Oggi, in un’intervista esclusiva concessa a La Gazzetta dello Sport, Martina offre una lucida e profonda analisi del nostro calcio, attraverso lo sguardo di un doppio protagonista: l’ex portiere che parava le conclusioni dei campioni e l’agente che, oggi, ne cura gli interessi.

UNA STORIA PARTICOLARE«Sono stato tra i primi extracomunitari in Italia: mio papà friulano, mia mamma bosniaca. Nel ’65 non ce la passavamo bene a Sarajevo e mio padre scherzando disse a mia madre: “Andiamo in Italia, tanto peggio di così…”. Erano tempi di miseria assoluta, andavo a scuola in mutande, a petto nudo con solo la cartella sulle spalle. Mi arrangiavo consegnando pane e spalando neve per 200 lire. Per fortuna Toni Bacchetti mi notò e mi portò all’Inter».

AMICO DEL PADRE DI DZEKO«Abitavamo a 150 metri e giocavamo a pallone insieme. Anni dopo il Milan trattò Edin e pensai che fosse suo figlio: chiamai Mito e riprendemmo l’amicizia. Nel 2015, Sabatini mi dice che ha bisogno di un attaccante forte se no a Roma l’avrebbero massacrato. Propongo Dzeko, si accende una sigaretta, aspira e mi dice: “Chiamalo, lo compro”. Edin era a Spalato, io e Walter partimmo in auto per chiudere».

SI RESE CONTO DELLA GRAVITA’ DELLO SCONTRO CON ANTOGNONI – «Lì per lì no, l’arbitro nemmeno fischiò fallo. Non ero abituato a tutto quel clamore, la settimana dopo in allenamento ero inguardabile, tanto che dissi a Gigi Simoni di lasciarmi fuori. Lui rispose mandandomi in campo».

UNA SETTIMANA DOPO«Genoa-Ascoli, dopo 20′ paro un rigore e mi cambia la testa: da quel momento in poi nessuno riusciva a farmi gol. All’epoca la Gazzetta faceva una statistica sulla media-voto dei giocatori, migliore di me non c’era nemmeno Maradona. Solo Platini».

PROCURATORE«Il più grande mai seguito è ovviamente Buffon, un amico. L’aneddoto più bello che mi lega mi porta a quando lasciò la Juve. Andai a trovarlo a Vinovo. Gigi mi chiese che cosa avrebbe potuto fare di più. E io: “Se domani ti porto un’offerta di Real o Psg?”. Risposta: “Vado subito”. E così fu»

Visualizza l' imprint del creator