Calcio e Finanza
·22 dicembre 2024
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«Ho trovato allucinante quello che è successo dopo il voto. È la prima volta che viene eletto un presidente e non lo si chiama a ringraziare. Ho già detto alle società che quel Consiglio di Lega è stato illegittimamente convocato. Non ci sarà nessun giudizio su candidati e indipendenza. Ho presentato l’autocertificazione come da Statuto, chi pensa io abbia mentito può denunciarmi, ma io so di aver certificato il vero. Nelle società quotate si verifica l’indipendenza dei consiglieri, non di uno ma di tutti: se servirà, verificheremo l’indipendenza di tutti i consiglieri appena sarà costituita la governance». Lo ha detto Ezio Simonelli, nella sua prima intervista da presidente della Lega Serie A, rilasciata al quotidiano La Repubblica.
«Ho risolto tutte le incompatibilità a monte, quelle vere e altre un po’ forzate. Ho troppo rispetto per la Lega e per chi mi ha eletto per fargli correre qualche rischio. È stato un sacrificio, di prestigio e anche economico. Ma amo il calcio, ho preso un impegno. Cosa avrei detto ai club? Che la forza della Lega è data dalla credibilità. E la credibilità devono averla loro, con gli atteggiamenti. E questa diatriba sulla mia elezione è stata una perdita di immagine enorme. Per far crescere il prodotto che è il campionato dobbiamo evitare che si possa parlare di guerra del calcio».
«Giuridicamente la proclamazione non esiste. Speravo che con un gruppo così solido di società a sostenermi, la mia elezione fosse un momento per unire la Lega. Nello sport si combatte lealmente per vincere e poi con altrettanta lealtà e onestà si fanno gli onori al vincitore. Qui il combattimento non è stato molto leale. Ero pronto a fare un discorso di conciliazione, non per dire “sarò il presidente di tutti”, che è quello che dice chi poi fa il presidente di qualcuno. Io dico che sarò un presidente che ascolta le istanze di tutte e 20 le società, non solo di due o tre. Ci saranno volte in cui gli interessi saranno in contrasto e bisognerà trovare mediazioni».
«Le capacità diplomatiche dovrebbero riconoscermele per definizione, visto che ho fatto il Console per il Canada nel nord Italia. Credo mi abbiano scelto per questo. Serviva una persona di equilibrio, che non si facesse sopraffare e non si sovrapponesse a nessuno. Polemiche come quelle dell’altro giorno che sono poi stroncate dai fatti e lasciano il tempo che trovano non fanno bene. Ho letto un articolo che titolava: “La guerra della Lega”. E purtroppo era vero. Ma guerra è una parola molto seria, non vorrei più leggerla accostata al mondo del calcio. Sarebbe stato meglio uscire con un bel comunicato per dire: “Finalmente abbiamo una presidenza forte”».
«Ai miei sostenitori dicevo: un conto è presentarsi ai tavoli del governo con una presidenza forte, un’altra con una maggioranza di 11 voti in cui dopo due mesi una o due squadre che ti hanno votato sono in serie B. In questa fase c’è una disponibilità del governo ad ascoltarci. I temi da presentare sono il ripristino del decreto crescita per gli sportivi, che ridurrebbe la tassazione su chi arriva dall’estero. La possibilità di sponsorizzazioni da società di scommesse. La lotta alla pirateria, su cui la Lega sta già ottenendo molti risultati. La nomina di un commissario per il problema stadi, che credo sia nelle corde di questo governo e del ministro. Anche a Milano Cortina, dove sono nell’organismo di vigilanza, ho visto che il commissario sulle opere è stato davvero utile».
«Per le imprese si sono fatti investimenti in Ricerca e Sviluppo. Ecco, i vivai per il calcio sono ricerca e sviluppo. Se si potesse fare, applicherei il decreto crescita anche ai giovani calciatori, con una defiscalizzazione sotto una certa età. Sarebbe importante anche per la Nazionale, per provare ad avere nuovi Totti, Del Piero, Cannavaro: magari i club punterebbero su un giovane italiano anziché andarlo a prendere in Portogallo».
«C’è un allineamento astrale favorevolissimo: conosco e stimo il ministro Abodi. Ho ottimi rapporti con i presidenti di tutte le componenti. Con il presidente della Figc Gravina ho una comunione di pensiero e c’è stima reciproca. Credo sia il momento ideale per marciare tutti insieme per il bene del calcio», ha concluso.
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