Soule Argentina, la convocazione non è ancora arrivata. Si riapre la possibilità di vederlo in azzurro? | OneFootball

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Calcionews24

·12 novembre 2025

Soule Argentina, la convocazione non è ancora arrivata. Si riapre la possibilità di vederlo in azzurro?

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Soule Argentina, la convocazione di Scaloni non è arrivata facendo arrabbiare i tifosi. Ma il giocatore attenderà ancora la nazionale del suo Paese

Mentre i suoi assist e tiri in porta viaggiano alla velocità della luce, Matías Soulé sta vivendo un momento insolito: aspetta, soffre in silenzio e aspetta ancora. Non può fare altro. Quando ha appreso ieri che il CT dell’Argentina, Lionel Scaloni, non lo ha convocato per l’amichevole di venerdì a Luanda con l’Angola – preferendogli Emiliano Buendia dell’Aston Villa per sostituire gli infortunati Julian Alvarez e Giuliano Simeone – il capocannoniere della Roma, prima in classifica, non si è scomposto né si è voltato verso altre opzioni, almeno per ora. Non ha distolto gli occhi e i pensieri dai colori dell’Albiceleste e, per il momento, pur colmo di delusione, non ha pensato all’Italia, nonostante il suo doppio passaporto: si è imposto soltanto la pazienza. La stessa, però, che i tifosi argentini della nazionale hanno già dimostrato di non possedere, inondando i social sudamericani di proteste, commenti intrisi di agitazione, «E se ora sceglie l’Italia?», e persino sospetti del tipo: «Ma allora è vero che Scaloni odia Soulé?». Ecco l’analisi de La Gazzetta dello Sport.Delusione e attesaIl tempo (ma ne resta poco) si incaricherà di stabilire se davvero il commissario tecnico nutra una sorta di preconcetto nei confronti del trequartista giallorosso o se semplicemente abbia gusti calcistici diversi per il ruolo di Soulé. Resta il fatto che nella casella delle convocazioni con l’Argentina di Matías continua a permanere lo “zero”. Difficile da accettare per chi, come lui, è cresciuto parecchio negli ultimi mesi, diventando una certezza per il tecnico Gian Piero Gasperini e migliorando il proprio rendimento nel segno della continuità con 4 gol, 2 assist e un posto, appunto, da titolare fisso. Eppure non basta. E mentre il sogno del Mondiale con la propria nazionale diventa sempre più un miraggio, Soulé non può far altro che concentrarsi a Trigoria sulla sua squadra, augurandosi un tardivo ma ancora possibile cambio di rotta del commissario tecnico.Ipotesi Italia: l’amore per l’Argentina prima di tuttoPer chi è cresciuto ammirando il mito di Maradona e sognando di emulare le gesta di Lionel Messi e del compagno di squadra Paulo Dybala, l’Argentina resta e rimarrà un grande amore. In patria, persino studiosi e antropologi hanno cercato di spiegare il legame profondo che unisce un argentino alla propria Selección. Si spiega, quindi, perché davanti alla possibilità di poter essere convocato in seconda analisi dall’Italia, in quanto italo-argentino con doppio passaporto, lui non apra per ora all’ipotesi azzurra (come conferma chi lo conosce bene). L’ex CT Luciano Spalletti aveva provato a convincerlo in occasione di Euro 2024 e la suggestione era stata ripresa nelle settimane scorse pure dal suo entourage durante la precedente sosta di campionato. Ma Matías adesso è più che mai deciso ad aspettare il proprio turno con la nazionale di cui si sente naturalmente promesso sposo, visto il grado di argentinità che ha in corpo, e l’opzione azzurra non è quindi tra le primissime date del suo calendario.In giallorosso con rabbia positivaCome per Dybala, fino a ieri accostato al Boca dell’amico Leandro Paredes per fine stagione, anche per Soulé potrebbe cominciare un tormentone in chiave nazionale. Chissà, potrebbero intervenire i compagni più anziani, a partire proprio dalla Joya, per promuoverlo agli occhi di Scaloni. Che, per il momento, ha certificato comunque l’esclusione, lasciando il connazionale tra il malcontento e la rabbia positiva che lo indurrà di sicuro a moltiplicare gli sforzi in campo in giallorosso da primo in graduatoria. Per ribadire una volta di più il concetto: che lui, Soulé, non cambia obiettivo e sogni, aspetta una chiamata da Buenos Aires e resta in paziente silenzio. Ad urlare ci pensano le gole dei tifosi argentini, che quando si affezionano ad un “10” come Matías non le mandano certo a dire.

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