Juventusnews24
·15 novembre 2025
Spalletti, chi gli è vicino racconta: «Chiamata della Juve? Ci sperava! Ma non ne era assolutamente convinto». Il retroscena

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·15 novembre 2025

C’è un filo rosso che lega la Toscana alla panchina della Juventus, una tradizione che passa da Marcello Lippi e Massimiliano Allegri e arriva oggi a Luciano Spalletti. Ma come ha vissuto il tecnico di Certaldo i giorni frenetici che hanno preceduto la firma in bianconero? A svelare i retroscena è Paolo Pomponi, sindaco di Montaione, il borgo che custodisce il rifugio dell’anima dell’allenatore: la tenuta “La Rimessa”.
Acquistata nel 2009 e trasformata in un gioiello, la tenuta è stato il luogo dove Spalletti si è isolato per ricaricare le batterie tra l’addio alla Nazionale e la chiamata della Signora. Pomponi, intervistato da Tuttosport, dipinge un ritratto inedito dell’uomo, lontano dai riflettori degli stadi e immerso nella quotidianità della comunità locale, dove non servono autografi perché Luciano è semplicemente “uno di casa”.
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Il primo cittadino sottolinea la profonda umanità del tecnico: «Se gli parlo di qualcosa che mi riguarda da vicino o di un problema in famiglia, mi ascolta. E magari a distanza di giorni si ricorda di un avvenimento che mi riguarda. È capace di chiamarmi anche alla vigilia di una partita importante pur di mostrarmi un reale interesse: Lucio è sempre sveglio. Sempre attento, sul pezzo. Gli abbiamo sempre voluto bene, è talmente di casa che è persino difficile che in paese gli chiedano foto o autografi. Non fa nulla per nascondersi, vive la comunità in maniera normalissima: gli piace, per esempio, offrire la colazione agli anziani della casa di riposo. Ha sempre un abbraccio per tutti».
Curiosamente, il sindaco Pomponi è un tifoso bianconero sfegatato, il che rende l’approdo del suo concittadino a Torino ancora più speciale. «Sono juventino da sempre. E infatti sono già passato da Torino per il derby: che bello vederlo su quella panchina, per me innamorato di Platini». Pomponi è sicuro che Spalletti abbia «preso il treno giusto», ma rivela anche l’incertezza che regnava subito dopo l’esonero di Tudor. In quei giorni sospesi, tra speranza e realismo, Spalletti ha confessato le sue sensazioni all’amico sindaco: «Non era assolutamente convinto che l’avrebbero chiamato, ma ci ha sperato. Alla Juve non si dice di no».









































