Spalletti Juve, Marinozzi sicuro: «Scelta inevitabile, ma ci sono almeno un paio di aspetti che stonano in questa vicenda» | OneFootball

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·1 novembre 2025

Spalletti Juve, Marinozzi sicuro: «Scelta inevitabile, ma ci sono almeno un paio di aspetti che stonano in questa vicenda»

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Spalletti Juve: Marinozzi loda la scelta inevitabile di un tecnico top e motivato, ma critica la durata del contratto. Le sue dichiarazioni

La Juventus ha scelto il suo nuovo condottiero: Luciano Spalletti. Una decisione che, secondo il giornalista Andrea Marinozzi, era non solo corretta, ma quasi obbligata. Intervenendo sul suo canale YouTube, l’opinionista ha promosso senza riserve il profilo del tecnico di Certaldo, pur evidenziando una contraddizione di fondo che, a suo dire, “stona” con le necessità del club bianconero: la durata del contratto.

MARINOZZI – «Scelta giustissima, almeno secondo me scelta inevitabile. La Juve ha avuto una grande fortuna, quella di avere a disposizione sul mercato un allenatore bravo ed estremamente motivato dopo la pessima esperienza in nazionale e giustamente ha colto al volo l’occasione, ma ci sono degli aspetti che stonano un pochino. l’assenza di un direttore sportivo, ne abbiamo già parlato, lo ha fatto anche con Giorgio Chiellini, il quale ha detto che a breve verrà completato il quadro societario con l’arrivo anche di un direttore sportivo, ma l’aspetto che stona maggiormente è la durata del contratto di Luciano Spalletti fino al termine della stagione con possibilità, o meglio, con rinnovo automatico in caso di accesso alla prossima Champions League, di qualificazione per la prossima Champions. stona un pochino perché la Juventus, come abbiamo detto, deve costruire un progetto tecnico velocemente. È un progetto tecnico vincente con delle basi solide e deve farlo adesso con un allenatore che abbia una visione a lungo raggio, che guardi il futuro, non fino a giugno. Per questo stona un pochino»


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Marinozzi: Juve fortunata, Spalletti è la scelta giusta

L’analisi di Marinozzi parte da un presupposto chiaro: «Scelta giustissima, almeno secondo me scelta inevitabile». Per il giornalista, la Juventus ha avuto una «grande fortuna», quella di trovare sul mercato un allenatore di altissimo livello, «bravo ed estremamente motivato», specialmente dopo la «pessima esperienza in Nazionale». L’esonero di Igor Tudor ha aperto una voragine e la società «giustamente ha colto al volo l’occasione» di ingaggiare il miglior profilo disponibile, un tecnico desideroso di rimettersi subito in gioco per cancellare l’ultima delusione.

Marinozzi: il DS assente e il contratto che “stona”

Fin qui tutto bene, se non fosse per alcuni aspetti che «stonano un pochino». Il primo, già ampiamente dibattuto, è l’assenza di un direttore sportivo. Un vuoto che pesa, anche se lo stesso Marinozzi ha ricordato le parole di Giorgio Chiellini, il quale ha assicurato che a breve «verrà completato il quadro societario» con questa figura.

Ma l’aspetto che stona maggiormente, secondo il giornalista, è la formula contrattuale scelta per il nuovo allenatore. Spalletti ha firmato un contratto di soli otto mesi, fino al termine della stagione, con rinnovo automatico legato alla qualificazione per la prossima Champions League. Una scelta che, per Marinozzi, va in netta contrapposizione con le esigenze reali del club.

Marinozzi: serve una visione a lungo raggio

Il punto centrale della critica è proprio questo: la Juventus ha un disperato bisogno di «costruire un progetto tecnico velocemente», un progetto «vincente con delle basi solide». Per farlo, non si può ragionare di mese in mese. Serve «un allenatore che abbia una visione a lungo raggio, che guardi il futuro, non fino a giugno». Offrire un contratto da “traghettatore”, legato esclusivamente al risultato sportivo immediato, a un tecnico chiamato a ricostruire dalle fondamenta è, per Marinozzi, una contraddizione evidente.

L’analisi del giornalista evidenzia dunque un paradosso: la Juventus affida la rinascita a un allenatore “costruttore” per eccellenza, ma gli offre un contratto a tempo, quasi da “collaudatore”. Una scelta che stona, perché per rimettere in piedi una squadra apparsa in crisi profonda servirebbe tempo, programmazione e una fiducia che vada oltre il semplice piazzamento stagionale. Spalletti è l’uomo giusto, ma per Marinozzi gli è stato offerto lo strumento contrattuale sbagliato per il tipo di lavoro che la Vecchia Signora necessita.

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