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·12 agosto 2025

Stellantis, anche S&P taglia l’outlook a negativo: pesa il crollo dei profitti

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Dopo Fitch, anche Standard & Poor’s lancia un campanello d’allarme su Stellantis. L’agenzia di rating statunitense ha infatti rivisto l’outlook del gruppo automobilistico (di cui Exor, holding degli Agnelli-Elkann, è principale azionista) da “stabile” a “negativo”, confermando però il giudizio “BBB” sul merito di credito.

Alla base della decisione in particolari i conti del gruppo guidato da John Elkann nel primo semestre 2025, segnati da una profittabilità ben al di sotto delle attese e da un flusso di cassa operativo in forte territorio negativo. S&P evidenzia le difficoltà nei mercati chiave di Nord America ed Europa, il peso crescente della concorrenza e l’impatto dei dazi statunitensi sulle importazioni dal Messico e dal Canada, elementi che mettono a rischio il ritorno a margini e flussi di cassa coerenti con l’attuale rating entro i prossimi due anni.


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Motivi principali del peggioramento dell’outlook:

  • Profittabilità inferiore alle attese nei primi sei mesi del 2025: margine EBITDA rettificato S&P di circa 2% e flusso di cassa operativo libero negativo per 3,3 miliardi di euro.
  • Difficoltà in Nord America: margine operativo rettificato negativo (-3,4%), cali di volume rispetto al 2023, listini ridotti e incentivi elevati. Il recupero dipende dal successo dei nuovi modelli (Jeep Cherokee e Compass, Dodge Charger a benzina), necessari anche per recuperare quota di mercato scesa al 7%.
  • Problemi in Europa: margine operativo sceso a 0% per calo spedizioni, ritardi nei lanci, pressioni sui prezzi e aumento della concorrenza nei segmenti B e C. I nuovi modelli in arrivo nel 2025 potrebbero aiutare, ma i margini rischiano di ridursi per il peso crescente delle BEV.
  • Impatto dei dazi USA su importazioni da Messico e Canada: stimato effetto negativo di 1,5 miliardi € nel 2025 e 1,8 miliardi € nel 2026, anche dopo azioni di mitigazione.

Prospettive e rischi:

  1. Per mantenere il rating, Stellantis dovrà entro il 2027 riportare il margine EBITDA rettificato sopra l’8% e il FOCF a vendite intorno al 3%, raggiungendo anche una posizione di cassa netta positiva.
  2. Possibile downgrade nei prossimi 12-18 mesi se non ci sarà un miglioramento significativo nel 2026.
  3. Possibile ritorno a outlook stabile se i lanci, la gestione prezzi/inventari e le efficienze permetteranno il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati, con quote di mercato sopra il 7% in Nord America e 15% in Europa.
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