Calcionews24
·1 agosto 2025
Stramaccioni, il racconto che commuove: «Potevano essere mie figlie!». La verità sul salvataggio eroico. L’ex allenatore a cuore aperto: «Ero esausto, avevo diversi tagli. É stato il mio gol più bello»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·1 agosto 2025
Un eroe per caso, un allenatore che per un giorno ha tolto la lavagnetta tattica per indossare i panni del soccorritore. Andrea Stramaccioni, ex tecnico dell’Inter e oggi apprezzato opinionista, è il protagonista di una storia a lieto fine che arriva da Vieste, sul Gargano. Lunedì, senza esitazione, si è tuffato in un mare agitato per salvare due ragazze di 17 e 19 anni che rischiavano di annegare tra gli scogli. Un gesto di coraggio che gli è valso l’omaggio della Guardia Costiera e l’ammirazione di tutta Italia. In questa intervista al Corriere della Sera, Stramaccioni ripercorre quei momenti drammatici, tra la paura, la forza della disperazione e un messaggio importante da lanciare a tutti i giovani.
COME STA DOPO IL SALVATAGGIO – «Solo graffi. L’importante è che tutti siano tornati a casa sani e salvi, dalle ragazze al bagnino».
COME HA CAPITO IL PERICOLO – «Ero sotto l’ombrellone con mia moglie e alcuni amici. A un certo punto ho visto che un numero inusuale di persone si stava accalcando presso gli scogli e che il bagnino stava continuando a fischiare animatamente».
LA DECISIONE DI TUFFARSI – «Lui da solo non ce l’avrebbe mai fatta a salvarle. Erano finite nell’acqua alta e in balia delle correnti. Mi sono precipitato dalla più giovane, dicendole di restare sul dorso e che in pochi minuti l’avrei tirata fuori. Così è stato».
IL SALVATAGGIO DELLA SECONDA RAGAZZA – «Ho notato che la ragazza più grande e il bagnino erano in enorme difficoltà. Lei spariva e ricompariva dall’acqua, presa dal panico mi tirava giù. La barca di salvataggio, che nel frattempo aveva soccorso il bagnino, non riusciva a venirci a prendere. Eravamo troppo vicini agli scogli. Poi ho capito che la ragazza aveva solo un modo per salvarsi, cioè infilarsi in una piccola insenatura. L’ho afferrata e l’ho spinta lì con tutte le mie energie».
LA FORZA DELLA DISPERAZIONE – «Quelle ragazze potevano essere mie figlie, ho pensato solo a questo».
LA VITTORIA PIÙ BELLA – «Quando sono uscito dall’acqua ero esausto, avevo bevuto molto, avevo diversi tagli, non sapevo se la seconda ragazza ce l’avesse fatta. Quando ho sentito le grida di gioia dei soccorritori è stata un’emozione fortissima. Sicuramente il mio gol più bello».
IL MESSAGGIO DA LANCIARE – «La vita è il bene più prezioso che abbiamo, non sprechiamolo. Quelle ragazze potevano non tornare più a casa per un bagno avventato. Non entriamo in acqua se c’è la bandiera rossa. L’ho detto ai miei figli sulla spiaggia, scossi per quanto avevano visto: niente vale più della vita, non c’è bravata che tenga».