PianetaSerieB
·6 agosto 2025
💪🏼 Sudtirol, Castori: “Il calcio cambia, le mie idee no. Quest’anno ci dobbiamo salvare”

In partnership with
Yahoo sportsPianetaSerieB
·6 agosto 2025
Fabrizio Castori, attuale tecnico del Sudtirol, ha rilasciato un’importante intervista in cui ha analizzato numerosi aspetti della sua carriera e del campionato ormai alle porte. Riprendiamo le sue parole dalla Gazzetta dello Sport:
Record presenze – “Mai sentirsi sul piedistallo! La superbia è una cattiva consigliera. Ovviamente sono felice, non pensavo al record, poi quando si avvicinava l’anno scorso sono stato contento, un riconoscimento che vale“.
Carriera – “Il più importante? No, uno dei tanti. davanti ci sono le promozioni con Carpi e Salernitana, più tante salvezze miracolose, fino all’ultima qui. Dai, sono soddisfatto“.
Prima panchina in B – “Altroché se ricordo! Espulso Indiveri che prese palla fuori area di mano, in porta entra e debutta Viviano, segna Cavalli e vinciamo“.
Cambiamento – “Cerco di mantenere fermi i miei principi di gioco, evolvendomi nella metodologia di lavoro. Il calcio cambia, ma i miei concetti sono inderogabili, sempre“.
Adattarsi – “Ho grande capacità di adattamento. Ho avuto qualche difficoltà solo in alcuni rapporti, sarei bugiardo se dicessi che mi sono sempre trovato bene. Certo, l’Italia cambia, la cultura cambia, e la diversità è cultura. Ma il rapporto coi giocatori è lo stesso ovunque“.
Carpi – “A me piace ricordare tutte le emozioni vissute, ma quella è stata speciale, il capolavoro della mia carriera. Però anche vincere a Salerno non è stato semplice“.
Allenatori giovani– “No dai nipoti no, anche se io ho fatto figli a 20 anni… Sono prontissimo, è una sfida che mi affascina. Sono curioso di conoscerli, di capire il loro calcio“.
Calcio di Castori – “È intenso, con grande lavoro fisico e fortissima preparazione mentale, tenendo il ritmo alto e aggredendo. Io gioco in avanti, lo dico con fierezza“.
Costruzione dal basso – “È il palleggio all’indietro che non mi piace, il gioco posizionale che non porta mai ad attaccare, se non con tempi lunghi. Il possesso palla è noioso, non è vero che chi ne fa tanto gioca bene: semmai gioca bene chi riesce a calciare in porta tante volte“.
Colleghi – “Stroppa sta davanti a me con tre promozioni, Inzaghi ne ha due come me, poi dico D’Angelo. L’anno scorso sono stati bravissimi Pagliuca e Calabro. Mi piacerebbe rivedere Zeman, un autentico maestro, in campo ti faceva una mazzo così“.
Favorite – “Il Palermo di sicuro. Il campionato è bello perché indecifrabile, ma sul Palermo sento di sbilanciarmi. Anche lo Spezia. Le retrocesse devono stare attente perché dopo una caduta è dura, solo il Venezia mi sembra competitivo, visto che c’è Stroppa“.
Sudtirol – “Si deve salvare, essere all’altezza della categoria e del suo progetto. Qui ci sono grande senso d’appartenenza e cultura del lavoro, dobbiamo dimostrarlo“.
Fisicità – “Siamo molto strutturati, abbiamo aggiunto Bordin e Coulibaly. Ma il comune denominatore è un altro: il giocatore deve avere fame e dimostrare di poter stare in B. Poi la struttura fisica conta, certo“.
Palmares – “Ci tengo a ricordare anche la Terza categoria con il San Patrignano… Il mio scudetto è cercare di essere sempre me stesso, senza volare di fantasia e buttarmi via, soddisfando i progetti delle società“.
Serie A – “Sul mio libro c’è una battuta di Neri Marcorè che dice: ‘Fabrizio nel calcio s’è conquistato tutto, tranne la riconoscenza’. Troppo gentile…“.
Età – “Vecchioni dice che dopo i 70 siamo sdoganati nel linguaggio visto che tutti pensano che siamo rincoglioniti. Bene, gli altri lo possono anche pensare. Poi però i fatti sono un’altra cosa”.