Calcio e Finanza
·16 novembre 2025
Tether e il nodo UEFA: no a Sartori nel CdA Juve a causa del ruolo nel Monaco

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·16 novembre 2025

Il caso Crystal Palace ha mostrato come la UEFA sia diventata particolarmente rigida sul tema del multi-club ownership: una stessa persona o società non può controllare più club che partecipano alla medesima competizione europea. Ma – come riporta Bloomberg – la stretta riguarda anche le sovrapposizioni nei consigli di amministrazione.
Dopo mesi in cui la società cripto Tether ha acquisito e poi fatto crescere fino all’11,5% la partecipazione in Juventus, uno dei nominativi indicati da Tether – Francesco Garino – è entrato nel CdA bianconero. In circostanze diverse, quello stesso posto avrebbe potuto essere affidato a Juan Sartori, imprenditore uruguaiano, politico, vicepresidente del Monaco e co-proprietario del Sunderland in Premier League.
«Sarei dovuto entrare io nel CdA della Juventus», spiega Sartori, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente dei progetti strategici di Tether. Un comunicato della società, lo scorso ottobre, indicava come Sartori – insieme all’amministratore delegato – avrebbe continuato a guidare il processo decisionale e le strategie con il club bianconero.
Secondo quanto riferito a Bloomberg, le interlocuzioni con la UEFA hanno portato Sartori a ritenere che non potesse sedere contemporaneamente nei board di Monaco e Juventus, dal momento che entrambe partecipano alla Champions League e le norme vietano sovrapposizioni tra dirigenti di club impegnati nella stessa competizione.
A rendere il quadro ancora più delicato, Monaco (19° nel ranking della fase a gironi) e Juventus (26°) si affronteranno a gennaio nell’ultimo turno del gruppo, una sfida potenzialmente decisiva per la qualificazione. Per ora, le regole impongono che Sartori faccia parte del CdA di una sola delle due società.
Il suo caso evidenzia la complessità crescente derivante dal coinvolgimento di investitori attivi su più club. Indipendentemente dal fatto che la UEFA decida di allentare o rafforzare ulteriormente i vincoli, i confini tra proprietà e governance appaiono sempre più sfumati.
«Prima della prossima stagione, alcune regole sul multi-club ownership vanno riviste», conclude Sartori, che siede anche nel board dell’European Football Clubs, l’ex ECA.
Image credit: Depositphotos
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