Thiago Motta, ora ci pensano le Nazionali: due selezioni lo valutano per la panchina. Ad oggi è una zavorra per la Juve | OneFootball

Thiago Motta, ora ci pensano le Nazionali: due selezioni lo valutano per la panchina. Ad oggi è una zavorra economica per la Juve

Il futuro di Thiago Motta resta un rebus ancora tutto da decifrare. L’allenatore italo-brasiliano è ancora alla ricerca della sua prossima avventura professionale, fermo ai box dallo scorso marzo dopo il turbolento esonero dalla Juventus. Nonostante il suo profilo sia stato valutato da diverse società, il valzer delle panchine non lo ha finora coinvolto. Un esempio lampante è stato l’interesse dell’Atalanta: i bergamaschi hanno sondato il terreno ma si sono progressivamente defilati, puntando prima su Juric in estate e, nei giorni scorsi, su Raffaele Palladino.

Chiuse momentaneamente le porte della Serie A, lo sguardo di Motta potrebbe rivolgersi all’estero. Secondo quanto riportato da Foot Mercato, il tecnico sarebbe stato sondato da alcune Federazioni nazionali. In particolare, Serbia e Grecia avrebbero pensato a lui. La pista serba, in particolare, ha del clamoroso: Motta si ritroverebbe ad allenare Dusan Vlahovic, con cui i rapporti a Torino sono stati notoriamente complicati (la Serbia ha appena salutato il CT Stojkovic dopo il ko con l’Albania). Tuttavia, la volontà ferrea dell’allenatore rimane quella di ripartire da un club e dal lavoro quotidiano di campo, motivo per cui l’opzione nazionale non scalda il suo cuore.

Questa situazione di stallo rappresenta un problema non indifferente per le casse della Juventus. Il club bianconero, infatti, continua a pagare regolarmente Thiago Motta e il suo staff, che sono ancora sotto contratto fino al 30 giugno 2027. Una zavorra economica notevole: a bilancio, l’accordo pesa ancora per circa 16 milioni di euro lordi, una cifra imponente che si somma a quella dovuta a Igor Tudor.

Proprio per questo motivo, paradossalmente, gli interessi delle due parti coincidono ancora: la volontà di Motta di rimettersi in gioco va di pari passo con l’urgenza della Juventus di liberarsi di una spesa decisamente ingombrante.

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