Tomasevic ricorda il suo primo club: «All’Inter mi sto trovando bene, ma i ricordi migliori sono quelli al Buducnost» | OneFootball

Tomasevic, calciatrice dell’Inter Women, ricorda i tempi al Buducnost, dichiarando che i momenti migliori della sua carriera sono stati in Montenegro

Maša Tomašević, centrocampista dell’Inter Women e della nazionale montenegrina, è stata ospite dell’ultima puntata di On Board Women su DAZN, dove ha ripercorso la sua carriera calcistica, dalle prime esperienze in patria fino all’arrivo in Italia.

Tomašević ha iniziato la sua carriera calcistica con il Budućnost Podgorica, uno dei club più prestigiosi del Montenegro. Durante il suo periodo al Budućnost, ha segnato oltre 100 gol in tre stagioni, contribuendo in modo determinante alla vittoria del campionato nell’ultima stagione. La centrocampista ha rivelato di conservare ricordi indelebili di quel periodo, definendolo uno dei momenti più speciali della sua carriera.

Prima del Budućnost, Maša aveva giocato in altre due squadre montenegrine, il Danilograd e il Mladost, ma è stata la sua esperienza al Budućnost a segnare il suo ingresso nel calcio professionistico. Per lei, quel club rappresenta una parte fondamentale della sua crescita, dove ha affinato le sue qualità e ha potuto mettere in mostra il suo talento, arrivando anche a essere una delle goleador più importanti della squadra.

Ora alla Inter Women, Tomašević sta continuando a dimostrare il suo valore, portando con sé l’esperienza accumulata sia a livello nazionale che internazionale. La sua carriera, che l’ha vista passare da un club di grande tradizione come il Budućnost a una realtà affermata come l’Inter, è un esempio di dedizione e passione per il calcio femminile.

BUDUCNOST – «Ho giocato tre anni lì, segnando più di 100 gol, nell’ultima stagione abbiamo vinto il campionato. Ho tantissimi bei ricordi. Il Buducnost è stato il mio primo club professionistico, prima ho giocato in altre due squadre, il Danilograd e il Mladost, ma i miei ricordi più belli sono quelli con il Buducnost».