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Emanuele Garbato·7 settembre 2024
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Emanuele Garbato·7 settembre 2024
Era difficile immaginare un punto di ripartenza migliore per l'Italia pst-Europei del 3-1 rifilato alla Francia al Parco dei Principi, giunto come reazione a un inizio shock in cui si è subito gol dopo 14 secondi.
La squadra di Luciano Spalletti, se si escludono i primi 10 minuti di sofferenza, ha mostrato praticamente zero punti di contatto sul piano fisico, mentale, tecnico e tattico con quella che è stata eliminata dalla Svizzera e ridicolizzata dalla Spagna poco più di 2 mesi fa.
Di seguito un'analisi di quello che ha funzionato meglio e quello su cui invece bisogna ancora lavorare a seguito del match.
Partita senza senso quella del centrocampista del Newcastle. Alla terza gara ufficiale dopo quasi un anno di stop a causa della squalifica per scommesse, il calciatore dimostra quanto fosse pesante la sua assenza nella spedizione tedesca. Corre a tutto campo, sradica palloni in serie agli avversari e li distribuisce con una lucidità e una visione che sono merce rarissima.
Merita una menzione a parte l'assist al volo di tacco per il gol del pareggio di Dimarco. Per pensarle e realizzarle certe idee bisogna avere qualcosa in più dei giocatori normali. Funziona bene anche il resto del reparto: il solito Frattesi al sesto gol in azzurro e un sorprendente Ricci, con personalità al primo match in un contesto così importante.
La gemma della serata arriva da uno dei più in ombra a Euro2024, Federico Dimarco. Oltre al suo gol e all'assist di Tonali c'è però molto di più nella prestazione dell'Italia. Tutti si sono presi rischi da un punto di vista tecnico, qualche volta commettendo errori ma sempre pretendendo il massimo da se stessi. L'assist del 2-1 di Retegui sembra banale solo se ci si dimentica che parliamo di un 9 puro, che invece non ha esitato a fare la giocata meno nelle sue corde ma più logica. Il 3-1 è invece figlio di una grande uscita dal basso di Ricci e di un'apertura sontuosa di Cambiaso, ma anche l'affondo di Udogie e lo stop con dribbling incorporato di Raspadori non sono stati da meno. Finalmente si è rivista una Nazionale sicura di sé.
Dimarco ruba l'occhio più di tutti, ma è il piano gara e l'interpretazione di tutti i calciatori che hanno occupato le catene laterali ad aver funzionato. Inizio shock pagato con 10 minuti di puro affanno anche nei raddoppi a Barcola e Olise che andavano a 1000, ma già quando al 6' Cambiaso si è inserito facendo la sponda per la traversa di Frattesi si era compreso come di idee ce ne fossero. Spalletti ha utilizzato al meglio l'ampiezza, facendo collassare la Francia su un versante e poi aprendo puntualmente sull'altro creando superiorità numerica. Applicazione totale abbinata a qualità nelle scelte e nelle giocate.
Tutto quello che di positivo ci porteremo dietro da questa gara non deve far dimenticare come la si è cominciata. La svagatezza di Giovanni Di Lorenzo sul primo pallone da controllare della gara è imperdonabile, ma anche la giocata all'indietro a freddo di Cambiaso è troppo superficiale. I minuti che seguono sono di pura passione, con avversari che vanno al triplo e che è difficile fermare con la testa e le gambe subito pesanti. Reagire a una situazione del genere è un grossissimo merito, ma l'approccio di stasera non si può derubricare a episodio perché è coerente con quello che è accaduto durante gli Europei.
Giovanni Di Lorenzo e Lorenzo Pellegrini sono due personaggi in cerca d'autore in questo sistema. La sfortuna vede ancora il difensore del Napoli colpevole sul gol, ma il discorso va oltre la prestazione (molto positiva nella ripresa). Alessandro Buongiorno è l'unico centrale puro di questa squadra e ci sono tutti i presupposti affinché giochi. Bastoni si disimpegna sempre con grande applicazione nel ruolo, ma la sua spinta sarebbe fondamentale per la fase di possesso ed è molto limitata dalla posizione occupata. Anche come letture e marcatura è difficile chiedergli le stesse cose che Buongiorno può fornire con sicurezza.
Anche il capitano della Roma però è un bell'enigma: da mezzala non ha funzionato, ma accanto a una punta non dà abbastanza peso al reparto. Bravo Spalletti a capirlo e a inserire a inizio ripresa Raspadori, permettendo a Retegui di essere meno isolato e alla manovra intera di diventare più fluida e coesa, poiché sviluppata in meno metri di campo