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·17 settembre 2025

Torino, ecco il paradosso granata: abbondanza e pochi cambi

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Un Torino camaleontico

Vincere aiuta a vincere. Lo sappiamo e ci auguriamo che il successo ottenuto contro la Roma non rappresenti un caso isolato e che, anzi, il Torino inizi a vincere anche contro le cosiddette “big” del nostro campionato. L'inizio della stagione è stato fra i più traumatici di sempre, perché perdere a San Siro ci sta, ancor di più contro la seconda dello scorso anno, ma farlo in maniera sciagurata può condure a pericolosi strascichi mentali.

I granata, però, hanno saputo reagire subito e il successivo pareggio contro la Fiorentina aveva già certificato una squadra in crescita. Forse, nella prima sfida casalinga, la squadra di Baroni avrebbe meritato qualcosa in più visti i pericoli prodotti dalle parti di De Gea ma, almeno in quel momento, un pareggio rappresentava comunque una nota positiva.


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La vittoria di Roma

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Inter Torino, Marco Baroni

Arriviamo così alla vittoria di Roma, frutto di un cambio di modulo e un'interpretazione della gara certamente più “rocciosa”. La difesa a 3 ha funzionato e a certificarlo non sono tanto i ben 22 tiri subiti, di cui solo 5 verso la porta, dei giallorossi quanto le grandi occasioni per il gruppo di Gasperini: ovvero zero. Coco, Maripan e Ismajli formano un trio di grande affidamento ma è proprio qui che inizia il paradosso granata.

Nel reparto difensivo, difatti, Baroni non ha ricambi. Basta leggere la rosa granata per scoprire che, nel caso si volesse proseguire con la difesa a 3, le alternative sarebbero i soli Tameze (da adattato) e Masina. L'estate, d'altronde, aveva indicato la strada per un modulo da 4 difensori, due mediani e un quartetto variabile. Appare chiaro, dunque, che le possibilità siano due: il 3-4-3 visto contro la Roma potrebbe esser stata una scelta dettata più dall'avversario che dalle necessità, oppure, che il modulo sopracitato rappresenti un'idea “affidabile” in un momento già delicato.

Quanta scelta in attacco

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Duvan Zapata e Giovanni Simeone, attaccanti del Torino

Vi starete chiedendo, leggendo fino a questo punto, dove sia il paradosso. Detto, fatto, poiché se in difesa le alternative scarseggiano, in attacco c'è l'imbarazzo della scelta. Simeone, Ngonge, Vlasic, Aboukhlal, Njie, Zapata (non appena recuperato al 100%) e, volendo, anche Casadei.

Insomma, come si risolve? La risposta ce la darà Marco Baroni, chiamato a trovare una quadra tattica abbastanza complessa. Ngonge è stata una sua esplicita richiesta di mercato, Vlasic è un elemento imprescindibile, Simeone può raggiungere quote importanti e Zapata non può non rappresentare un attaccante d'alta fascia. Difatti, il Torino ha la possibilità di essere una squadra camaleontica, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, così come dal 3-4-3 al 3-4-2-1 o ancora al 3-5-2. Già dalla prossima, e importante, sfida contro l'Atalanta scopriremo qualcosa in più.

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