Juventusnews24
·20 ottobre 2025
Trevisani si toglie tutti i sassolini: «Scopro quindi che la juventinità non basta. Thiago Motta senza Bremer è arrivato fino a marzo. Da un paio di settimane in società…»

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·20 ottobre 2025
Una sconfitta che fa rumore, che accelera una crisi già latente e che mette Igor Tudor sulla graticola. Il KO della Juventus in Serie A a Como ha scatenato reazioni durissime, e tra le voci più critiche c’è quella del giornalista Riccardo Trevisani. Intervenuto durante la trasmissione Pressing su Mediaset, l’opinionista ha offerto un’analisi impietosa, paragonando la situazione attuale a quella vissuta dal suo predecessore, Thiago Motta – da lui sempre difeso – , e mettendo in dubbio la permanenza del tecnico croato fino a fine stagione.
Trevisani ha iniziato la sua disamina smontando l’idea che l’appartenenza al mondo Juve possa bastare per allenare i bianconeri, un concetto che era stato usato per criticare Motta e che ora, secondo lui, si ritorce contro Tudor.
«Sono contento di scoprire che la juventinità non basta, perché l’anno scorso con Thiago Motta il problema sembrava questo. Alla situazione di oggi di Tudor, Thiago Motta ci è arrivato a marzo con Bremer fuori tutta la stagione. Como-Juventus è la cugina stretta di Fiorentina-Juventus della scorsa stagione. La Juventus è già a marzo 2025 e sono passate sette partite. Da un paio di settimane credo che in società siano tutti un po’ meno convinti di arrivare a fine stagione con Tudor».
L’analisi di Trevisani è spietata. Il paragone con Thiago Motta è impietoso: Tudor avrebbe raggiunto lo stesso punto critico del suo predecessore, ma con cinque mesi d’anticipo e senza l’alibi di un’assenza pesante come quella di Bremer l’anno scorso. La sconfitta di Como viene vista come un replay di quella contro la Fiorentina nella passata stagione, un segnale che la squadra non ha una direzione.
La conclusione del giornalista è una vera e propria sentenza: la fiducia della società in Tudor starebbe già vacillando. Dopo appena sette partite, la convinzione iniziale si sarebbe affievolita, aprendo scenari impensabili fino a poche settimane fa. La sosta arriva forse nel momento peggiore per il tecnico, con due settimane di riflessioni e dubbi che potrebbero portare a decisioni drastiche.
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