Tudor, dopo Lazio Juve pesanti accuse nello spogliatoio al gruppo italiano. È stato il punto di non ritorno | OneFootball

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Juventusnews24

·28 ottobre 2025

Tudor, dopo Lazio Juve pesanti accuse nello spogliatoio al gruppo italiano. È stato il punto di non ritorno

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Tudor, dopo Lazio Juve pesante accusa nello spogliatoio al gruppo italiano: cosa è successo prima dell’esonero del tecnico croato

L’aria nello spogliatoio della Juventus all’Olimpico, subito dopo la sconfitta contro la Lazio, era carica di elettricità, lo riporta Repubblica. La tensione accumulata in settimane di risultati negativi, confusione tattica e critiche è esplosa dopo la partita, nel caldo degli spogliatoi. Non è stata una semplice analisi della sconfitta, ma un duro confronto con la squadra. Un faccia a faccia teso, probabilmente a voce alta, che ha segnato il punto di non ritorno tra Igor Tudor e il suo gruppo.

L’allenatore, frustrato e consapevole che la sua panchina fosse ormai perduta, non avrebbe usato mezzi termini. In particolare, secondo le ricostruzioni, l’allenatore avrebbe accusato lo zoccolo duro degli italiani (Locatelli, Gatti, Cambiaso) di non avere preso in mano il gruppo, sottraendosi al ruolo di leader. È un’accusa pesantissima, un vero e proprio atto di sfiducia. Tudor, in sostanza, avrebbe imputato ai giocatori che più dovrebbero rappresentare l’anima e la “garra” della squadra di aver abdicato. In un momento di crisi profonda, con la squadra che si scioglieva in campo come neve al sole (simboleggiata dai 4 cambi di modulo nel solo match dell’Olimpico), il tecnico si aspettava una reazione da parte dei suoi “senatori”, specialmente quelli italiani.


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Invece, l’accusa è quella di essersi nascosti, di non aver guidato i compagni, di non aver mostrato l’attaccamento e il carattere necessari per trascinare la Juventus fuori dalle sabbie mobili. Questo scontro frontale è stato probabilmente l’ultimo chiodo sulla bara dell’allenatore. Attaccando frontalmente Locatelli, Gatti e Cambiaso, Tudor non ha solo criticato tre giocatori, ma ha di fatto dichiarato guerra al cuore dello spogliatoio. Una mossa che ha reso palese alla dirigenza una frattura ormai insanabile. Non era più solo un problema tattico, ma una rottura umana. In quel momento, Comolli ha capito che non si poteva più attendere: la squadra non seguiva più il suo allenatore.

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