Juventusnews24
·4 ottobre 2025
Tudor rimprovera i suoi: «Troppi gol subiti? Negli ultimi dieci minuti con il Villarreal è mancato peso specifico. Le responsabilità…»

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·4 ottobre 2025
Un’analisi profonda, lucida, che va oltre la tattica e tocca le corde della personalità. Alla vigilia del big match contro il Milan, il tecnico della Juve, Igor Tudor, è tornato sui problemi che hanno portato la sua squadra a subire gol nei finali di partita, offrendo una chiave di lettura tanto onesta quanto spietata. Per l’allenatore, non è una questione di marcatura a uomo o a zona, ma di “peso specifico”.
Interrogato in conferenza stampa sui gol subiti nelle ultime uscite, Tudor ha spiegato come, a suo avviso, alla squadra manchi ancora qualcosa in termini di leadership per gestire i momenti più caldi delle partite.
L’ANALISI DI TUDOR – «Un allenatore dopo le partite deve dire qualcosa, cosa manca. Sul gol concesso ho già commentato, là non c’entra l’uomo, la zona, eravamo abbastanza alti perché ho messo anche Vlahovic. Negli ultimi 10 minuti è mancato un peso specifico. Quando parlo dei nostri difetti dico che manca il peso di giocatori che risolvono i problemi, si assumono la responsabilità. Va accettato, a volte i difetti li paghi e altre volte no. Il calcio è questo, ci sono tante varianti. Sono tante partite contro avversari di Champions, quelle cose le paghi un po’ di più ma sono contento della squadra».
La critica di Tudor è un richiamo alla crescita per i suoi giocatori. Secondo la sua analisi, il problema non è tattico, ma mentale. Alla squadra manca «il peso di giocatori che risolvono i problemi, si assumono la responsabilità». Un riferimento chiaro a quella leadership e a quella capacità di gestire la pressione che, nei finali di partita concitati, fanno tutta la differenza del mondo.
È un difetto che il tecnico “accetta”, consapevole che fa parte di un percorso di crescita, ma che al tempo stesso vuole correggere. La sua non è una bocciatura, ma uno stimolo. Pur sottolineando questa lacuna, infatti, ha voluto ribadire la sua totale fiducia nel gruppo, chiudendo con un «sono contento della squadra». Un modo per spronare i suoi uomini a fare quel salto di qualità in termini di personalità, per trasformare una buona squadra in una squadra vincente.