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·30 dicembre 2025
Udinese-Lazio, Rocchi spiega il caso Davis: “Gol regolare, ma la regola è da chiarire”

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·30 dicembre 2025

L’episodio più spinoso della giornata, quello che ha scatenato la furia della Lazio e portato a una PEC di protesta in Lega, finisce sotto la lente d’ingrandimento di Open Var. Ospite negli studi di DAZN, il designatore Gianluca Rocchi non si è sottratto al confronto sul gol convalidato a Davis in Udinese-Lazio, offrendo una spiegazione che oscilla tra la fredda applicazione del protocollo e l’ammissione di un cortocircuito regolamentare. Al centro del dibattito non c’è tanto la volontarietà, quanto un avverbio che sta togliendo il sonno alla classe arbitrale: “immediatamente”.
Rocchi scompone l’azione in due fasi. Il primo tocco di mano a centrocampo viene derubricato come “non punibile” in quanto slegato dalla finalizzazione. Il problema sorge sul tocco di Davis, l’autore del gol. “In questo caso va considerato solo se c’è tocco o meno, perché segna lui”, spiega il designatore. Ma qui scatta la trappola del regolamento.
Il VAR impiega tempo per decidere, segno della complessità, ma la decisione finale di convalidare la rete è tecnicamente corretta secondo le norme vigenti. “Dopo aver recuperato la palla con un tocco di mano, il giocatore effettua quattro dribbling: non può essere mai considerato ‘immediato'”, argomenta Rocchi. Il confronto è con il gol annullato a Meister in Pisa-Fiorentina: lì passarono uno o due secondi, configurando l’immediatezza. Qui, la giocata prolungata di Davis “sana” il tocco di mano precedente. “Il problema è che non c’è un parametro temporale fisso. L’avverbio ‘immediatamente’ ci mette in difficoltà: ai miei ragazzi non posso dire che hanno sbagliato, perché hanno seguito il regolamento, ma capisco che da fuori servano risposte più oggettive”.
La confusione è tale che il caso valicherà i confini nazionali. Rocchi ha annunciato che l’episodio di Udine diventerà un case-study internazionale: “Gireremo questa clip all’IFAB (l’ente che stabilisce le regole del calcio, ndr). Io stesso sono in difficoltà nello spiegare queste dinamiche ai dirigenti. Mi sono confrontato a livello internazionale e mi hanno confermato che, per come è scritta la regola oggi, quello non è un gol da annullare. Ma in futuro quell’avverbio dovrà sparire o cambiare”.
L’analisi tecnica ha poi lasciato spazio a una difesa accorata della categoria, in risposta alle pesanti accuse (velate e non) arrivate dall’ambiente biancoceleste e culminate nell’azione formale della Lazio verso la Lega. Rocchi ha alzato i toni, lanciando un vero e proprio ultimatum al sistema: “Non entro in argomenti politici, ma ho detto una cosa chiara a tutti, dal presidente federale Gravina in giù: se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domattina lascio l’incarico. Su questo non si transige”. Il messaggio è netto: si può discutere dell’errore tecnico o della regola scritta male, ma non dell’onestà intellettuale. “Il nostro obiettivo è fare meno errori possibili. Se la decisione è corretta, la spieghiamo, anche a fatica. Ma se qualcuno pensa che non siamo onesti, non è più un problema mio”.
Andrea Alati









































