Juventusnews24
·19 ottobre 2025
Vaciago torna su Calciopoli: «La crepa più larga è quello scudetto del 2006 assegnato all’Inter». La sua analisi

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Un evento che ha segnato la storia del calcio italiano, una ferita mai del tutto rimarginata che continua a infiammare gli animi quasi vent’anni dopo. Nel suo editoriale odierno per Tuttosport, il direttore Guido Vaciago è tornato sul tema Calciopoli, offrendo una lucida e critica analisi delle sue conseguenze e delle sue, tante, questioni irrisolte. Per il giornalista, il tempo non ha sanato le «crepe» di quelle sentenze, alimentando un dibattito che sembra destinato a non finire mai.
Secondo Vaciago, se su Calciopoli «ci si infervora come fosse ancora il 2006», la colpa è principalmente di una giustizia sportiva che «non è riuscita a sigillare quei fatti con un coperchio credibile e universalmente condivisibile». Le sentenze emesse all’epoca sarebbero piene di «troppe contraddizioni» e «troppe questioni irrisolte», a partire da quanto emerso dalla famosa relazione Palazzi.
Quel documento, definito di «rara durezza», conteneva «accuse tanto pesanti quanto prescritte» nei confronti dell’Inter, la squadra che da quella vicenda uscì con uno Scudetto in più ai danni dei bianconeri, quello del 2006, assegnato a tavolino. Questo è, per Vaciago, il nodo centrale e irrisolto dell’intera vicenda.
Il direttore si interroga sulla logica di quelle decisioni. Se la colpevolezza di Luciano Moggi è stata quella di «averci provato, senza esserci riuscito», si pone certamente un problema etico, ma perché giocatori come Capello e Vieira, o i tifosi, non dovrebbero sentire propri quegli Scudetti vinti sul campo?
E, soprattutto, perché uno di quei due titoli è stato assegnato a tavolino a una squadra che, secondo lo stesso procuratore federale Palazzi, aveva commesso violazioni della medesima gravità? È questa la domanda chiave, la contraddizione più evidente. «Perché, poi, la crepa più larga, quella da cui esce la gran parte dell’irresolutezza di Calciopoli è proprio lo scudetto del 2006 assegnato all’Inter, che quell’anno era arrivata terza a 15 punti di distacco». Una decisione che, a distanza di quasi vent’anni, continua a far discutere e a impedire una pacificazione definitiva su una delle pagine più controverse della storia del calcio italiano. La ferita, secondo Vaciago, è ancora aperta, e sanguina proprio da quella “crepa larga” chiamata Scudetto 2006.
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