Vanheusden lascia al calcio a 26 anni: «La mia vita da calciatore professionista si ferma. Ho sempre dato tutto per tornare in campo, ma ogni volta è stato più difficile» | OneFootball

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·21 novembre 2025

Vanheusden lascia al calcio a 26 anni: «La mia vita da calciatore professionista si ferma. Ho sempre dato tutto per tornare in campo, ma ogni volta è stato più difficile»

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Vanheusden lascia al calcio a soli 26 anni, ecco le sue parole: «Ho sempre dato tutto per tornare in campo, ma ogni volta…»

Con una lunga e toccante lettera, Zinho Vanheusden ha annunciato il ritiro dal calcio giocato a soli 26 anni. L’ex difensore di Inter e Genoa ha spiegato di aver preso questa difficile decisione dopo un interminabile calvario di infortuni, culminato con la recente rottura del legamento crociato.

LA DECISIONE – «Oggi prendo una decisione che non avrei mai pensato di dover prendere a questa età. Dopo 22 anni di calcio — dai quattro anni fino ad oggi — la mia vita da calciatore professionista si fermaIl calcio mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. Mi ha regalato una vita di cui da bambino non osavo nemmeno sognare. Dai lunghi anni passati a tifare, insieme a mio padre, per la mia squadra del cuore a Sclessin, fino a giocare io stesso cento partite con quella maglia, a segnare per gli Ultras e persino ad avere l’onore di essere capitano. Ma non si è fermato qui… Ho avuto la possibilità di esordire con la nazionale e di giocare in Serie A. Tutte esperienze che, quando ho iniziato, sembravano irrealizzabili».


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LE DIFFICOLTÀ DEGLI ULTIMI ANNI – «Accanto a tutte queste gioie, gli ultimi anni sono stati durissimi. Molto più di quanto abbia mai lasciato trasparire. Infortuni, operazioni, iniezioni, farmaci… Ho sempre dato tutto per tornare in campo, ma ogni volta è stato più difficile. Cercavo costantemente di ritrovare il mio livello, giocavo troppo spesso nonostante il dolore e, dopo ogni allenamento o partita, vivevo nell’incertezza su come il mio corpo avrebbe reagito il giorno dopo. Continuavo a lottare per essere il giocatore che volevo essere, ma ogni volta si presentava una nuova battaglia».

NON SO COME SARÀ ALZARMI SENZA IL CALCIO – «Nel mio cuore vorrò sempre continuare a essere calciatore, ma il mio corpo da tempo mi dice basta. Ed è per questo che prendo questa decisione — per rispetto verso me stesso, la mia salute e la mia responsabilità come padre — anche se scriverlo sembra irreale. Voglio ancora poter camminare senza dolore, giocare con mio figlio e godermi la vita con la mia famiglia… Non so come sarà alzarmi senza il calcio, ma ora lo scoprirò».

RINGRAZIAMENTI – «Grazie…A tutti i club, allenatori e persone che hanno sempre creduto in me.A tutti i miei compagni di squadra e amici che ho incontrato nel calcio. A tutti i fisioterapisti e medici che mi hanno aiutato in ogni passo. Ai giornalisti, agli analisti e a chiunque ruota intorno al mondo del calcio. Alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio. A chi mi ha sostenuto incondizionatamente — nei momenti belli e in quelli difficili. Senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile. E a tutti i tifosi che mi hanno incoraggiato negli anni: il vostro calore non lo dimenticherò mai.»

UN MESSAGGIO PER I TIFOSI – «Ai tifosi dello Standard voglio dire qualcosa in più: grazie per il modo in cui mi avete accolto nel vostro cuore. Mi sono sempre sentito parte di voi e il mio cuore rosso resterà per sempre pieno d’amore per lo Standard. Anche se avrei voluto continuare a giocare per voi, vi rivedrò sicuramente sulle tribune per tifare insieme. Il calcio finisce per me come giocatore, ma continuerà a vivere nel mio cuore. Sarà sempre parte di chi sono e di chi sarò. Grazie di cuore per questi 22 anni.Con tristezza, ma soprattutto con grande orgoglio, guardo a tutto ciò che ho avuto la fortuna di vivere».

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