Verona Juve, Marchisio: «Ho fatto un ritiro con Igor nel 2006 da giocatore, vi racconto. Koopmeiners? Sembra bloccato mentalmente. Quell’aneddoto su Mandzukic…» | OneFootball

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·20 settembre 2025

Verona Juve, Marchisio: «Ho fatto un ritiro con Igor nel 2006 da giocatore, vi racconto. Koopmeiners? Sembra bloccato mentalmente. Quell’aneddoto su Mandzukic…»

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Verona Juve, l’intervista di Marchisio: «Ho fatto un ritiro con Igor nel 2006 da giocatore, vi racconto. Su Koopmeiners…». Le parole

L’ex centrocampista della Juventus, Claudio Marchisio, ha rilasciato oggi un’intervista alla Gazzetta dello Sport in vista della partita in programma alle 18 al Bentegodi tra Verona e Juve. Ecco un estratto delle parole dell’ex centrocampista bianconero.

JUVE – «Se non stai bene come gruppo e dal punto di vista mentale certe partite non le recuperi, a maggior ragione in Champions. Alcuni giudizi arbitrali non hanno certamente agevolato contro il Borussia Dortmund. Qualcosa va registrato: nel dna Juventus c’è il non subire goal. La Juve ha fatto dei grandi investimenti in attacco con David, Openda e Zhegrova»


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TUDOR – «Ho fatto un ritiro con Igor nel 2006 da giocatore. Era il dodicesimo uomo: giocava in ruoli diversi, aveva il vizio del goal ed era carismatico: una certezza. Sta mostrando queste abilità anche da allenatore. La Juventus ha fatto bene a confermarlo. Ora deve trovare continuità nei risultati fino a Natale per avere la certezza di qualificarsi in Champions. Se sarà così e la Juve sarà incollata al Napoli sognare sarà giusto nella seconda parte. Il gruppo è vero ed ha carattere però per vincere si devono subire pochi goal. Le rimonte contro Inter e Borussia alla lunga non pagheranno. Gli avversari devono capire che da qui non si passa»

KOOPMEINERS – «Sembra bloccato mentalmente, ha paura di sbagliare. Deve liberarsi la testa. A centrocampo io confido nel rientro di Miretti. In questo momento a Tudor serve equilibrio e Locatelli garantisce maggiore filtro in coppia con Thuram. Pensate però che Conte ha cambiato modulo per non rinunciare a Vidal. Arturo aveva il fuoco dentro, era contagioso come Tevez»

MANDZUKIC – «Ogni tanto lo chiamo: ‘Mario sei ancora vivo? Non sento parlare di te’, lui scherzando mi risponde: ‘Model come va sui social?’. Mario era così anche quando giocavamo, il suo posto era l’ultimo vicino alle docce e la maggior parte del tempo teneva aperto lo sportello dell’armadietto per nascondersi e farsi gli affari propri. Quando però veniva tirato in mezzo aveva sempre la battuta pronta»

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