Juventusnews24
·11 novembre 2025
Vertice arbitri club, interviene anche Chiellini. Rocchi torna a parlare degli errori di Verona Juve, cosa è successo durante l’incontro! La ricostruzione

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Tregua armata o vera volontà di cambiamento? Il campionato di Serie A non è ancora arrivato al giro di boa, ma il clima è già rovente. Errori, polemiche e tensioni hanno spinto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, a organizzare un vertice d’urgenza in un hotel di Roma tra i vertici arbitrali e i rappresentanti dei club. L’obiettivo è chiaro: abbassare i toni e trovare soluzioni condivise.
Il confronto è stato franco e diretto. Beppe Marotta, Presidente dell’Inter, ha preso la parola per primo, offrendo la disponibilità dei club: «Di cosa avete bisogno per poter migliorare? Siamo tutti qui, abbiamo disponibilità».
La risposta del designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, non si è fatta attendere ed è stata una richiesta di aiuto strutturale: «Avrei bisogno di vedere tutte le settimane gli arbitri, non solo una volta ogni tre. Avrei bisogno di uno staff che li segua in maniera costante, compreso uno psicologo, soprattutto per il VAR». Un’ammissione che evidenzia la pressione psicologica a cui sono sottoposti gli ufficiali di gara, specialmente quelli chiusi nella sala di Lissone.
Tra i dirigenti più attivi c’è stato Giorgio Chiellini. L’ex capitano bianconero, oggi Director of Football Strategy della Juventus e neo-consigliere federale, ha posto una domanda cruciale: quante volte un arbitro, richiamato al monitor, ha confermato la sua decisione iniziale? La risposta di Rocchi è stata lapidaria: «Solo una volta, Di Bello». Un dato che conferma come l’On-Field Review sia ormai percepita quasi come una sentenza di correzione obbligatoria, minando l’autorità del direttore di gara in campo.
Proprio il rapporto tra arbitro e VAR è stato il nodo centrale. Rocchi ha citato come esempio negativo la sfida Verona-Juventus, segnata da polemiche roventi. Il designatore ha condannato l’insistenza del VAR (Aureliano) nel condizionare l’arbitro (Rapuano) ad assegnare un rigore per un tocco di braccio di Joao Mario, ribadendo il dogma: «Il VAR suggerisce, l’arbitro decide». Quella partita, macchiata anche dalla mancata espulsione di Orban su Federico Gatti), resta il modello di ciò che non deve accadere. Lo riporta il Corriere dello Sport.









































