Vincent Candela: «Totti e Zidane, che fenomeni. Litigavo con tutti, con Zeman di più. E Capello…» | OneFootball

Vincent Candela: «Totti e Zidane, che fenomeni. Litigavo con tutti, con Zeman di più. E Capello…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcionews24

Calcionews24

·29 luglio 2025

Vincent Candela: «Totti e Zidane, che fenomeni. Litigavo con tutti, con Zeman di più. E Capello…»

Immagine dell'articolo:Vincent Candela: «Totti e Zidane, che fenomeni. Litigavo con tutti, con Zeman di più. E Capello…»

Le parole di Vincent Candela, campione del Mondo ed Europa con la Francia e protagonista del terzo Scudetto della Roma

Campione del Mondo e d’Europa con la Francia, Campione d’Italia con la Roma. Vincent Candela è stato molto più di un semplice terzino: è stato un’icona di stile, un giocatore di classe cristallina e un protagonista assoluto di una delle squadre più amate della storia giallorossa, quella del terzo Scudetto. Francese di nascita ma romano d’adozione, “L’Aereo“, come veniva soprannominato, ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio italiano. Oggi, a quasi 52 anni, si racconta in una lunga e schietta intervista a La Gazzetta dello Sport, un viaggio tra ricordi e aneddoti che parte dai campi da rugby di Tolosa e arriva ai trionfi con Totti, Zidane e la sua amata Roma, la “squadra della sua vita“.

L’IMPORTANZA DEL GRUPPO – «In Nazionale sono stato per otto anni la riserva di Lizarazu, ma mi sono sentito sempre importante. Così alla Roma consideravo fondamentali i compagni che magari giocavano poco, come Di Francesco, Rinaldi, Mangone, Nakata, Lupatelli nell’anno dello scudetto».


OneFootball Video


LE ORIGINI E GLI IDOLI – «Sono originario dell’Occitania, nel sud della Francia. Mia mamma lavorava in una pasticceria, mio papà come magazziniere. Lei di origini italiane, di cognome Merino. Lui invece con ascendenze spagnole. Tifavo per l’Olympique Marsiglia, i miei idoli erano Bolì e Chris Waddle. Fino a undici anni giocavo centravanti, poi mi hanno spostato a centrocampo e infine terzino… (ride) Lì finiscono quelli meno bravi».

IL CONFRONTO TRA TOTTI E ZIDANE – «Premessa: sono due amici. Francesco aveva una velocità di pensiero strabiliante, un dono di Dio. Ci capivamo al volo: prima ancora che gli arrivasse il pallone, dalla postura del corpo, sapevo dove avrebbe calciato. Calciava con una facilità unica e segnava molto, più di Zidane. Zizou? È stato il Calcio. Credo sia stato il calciatore più elegante mai visto sulla faccia della terra. Aveva il fisico di un gladiatore, ma si muoveva come un ballerino».

IL RAPPORTO CON ZEMAN – (Ride) «Ho litigato con tutti, ma con Zeman di più. Ero giovane: non capivo i gradoni, le corse senza il pallone. Ma ho stima nei suoi confronti, è stato un grande allenatore. E mi ha insegnato il senso del sacrificio, la disciplina».

IL RAPPORTO CON CAPELLO – «Era un generale, all’inizio i compagni avevano tutti paura. Pure con lui tanti litigi all’inizio, quell’estate stavo per andare all’Inter, poi rimasi a Roma e insieme abbiamo costruito un rapporto favoloso».

LA COPPIA CON CAFU – «Due campioni del mondo, mica facile. Cafu è stato il più grande terzino destro del mondo nella storia del calcio recente. Io no, però la mia parte l’ho sempre fatta. Quando attaccava Cafu era irresistibile, diciamo che ogni tanto si dimenticava di difendere».

Visualizza l' imprint del creator