Vinciguerra: «Spero di farmi valere con il Pescara per poi tornare a Cagliari! Pisacane mi ha detto…» | OneFootball

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·23 ottobre 2025

Vinciguerra: «Spero di farmi valere con il Pescara per poi tornare a Cagliari! Pisacane mi ha detto…»

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Alessandro Vinciguerra, attaccante del Cagliari in prestito al Pescara, è stato l’ospite del giorno di una trasmissione radiofonica per parlare dell’attualità dei sardi

Alessandro Vinciguerra è reduce da un percorso lungo e ricco di successi con la maglia della formaziona U 20 sarda. Infatti il giovane attaccante campano con la Primavera del Cagliari ha vinto – per la prima olta nella storia del club – la Coppa Italia di categoria. Il classe 2005 dei rossoblù poi quest’estate si è trasferito al Pescara, in Serie B, per continuare il suo percorso di crescita. Oggi il giocatore nato a Napoli è l’ospite del giorno della trasmissione di Radiolina “Il Cagliari in diretta”. Le sue parole:

LE PAROLE DI VINCIGUERRA


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ESORDIO – «E’ stata un’emozione inspiegabile, un calciatore giovane come me lavora all’esordio per tutta la vita. Quando il mister mi ha chiamato ha iniziato a battermi forte il cuore, ho pensato al passato e ai sacrifici fatti. Mi trovo bene a Pescara, città molto carica con un gruppo di calciatori e amici top. Spero di mostrare i miei valori per poi tornare a Cagliari».

DEDICA – «La dedica va al mio nonno, ha fatto tanti sacrifici, se ci fosse stato il giorno del mio esordio per lui sarebbe stato il più bello della sua vita. Se lo sarebbe meritato, dopo la partita mi avrebbe detto che è fiero di me. E’ quello che mi ha detto una volta da bambino, purtropppo se n’è andato quand’ero piccolo».

PESCARA – «Ho aspettato con ansia il trasferimento! Ho avuto l’orgoglio di essere il capitano della primavera, ma poi tutti si chiedevano cosa potessi dare tra i grandi. Da quello che ho visto sul livello, penso di potermela giocare».

INSEGNAMENTI – «Questa società ti insegna che nel DNA devi avere il fatto di non mollare mai e di dover sputare sangue per il Cagliari. E’ una cosa che farò anche a Pescara».

COPPA ITALIA PRIMAVERA E FESTEGGIAMENTI – «E’ stato l’ultimo anno di primavera, si decideva il mio futuro e volevo lasciare il segno. Ad inizio anno non pensavo di vincere la Coppa, è stata il frutto del lavoro del settore giovanile, ci siamo riusciti con la voglia e la forza del popolo sardo. Da capitano dovevo dare l’esempio a tutti, all’intervallo ho ricordato la semifinale playoff persa quando eravamo in vantaggio, ho detto a tutti di non abbassare la guardia! Dopo il gol di Trepy si è scaricata tutta la mia tensione, tutti gli anni passati nel settore giovanile del Cagliari. E’ stato un onore sventolare la bandiera dei quattro mori, ero emozionatissimo per quello che avevo fatto per conquistare i tifosi. L’ho fatto per ricambiare l’affetto che mi hanno dato».

PISACANE – «Mi fa piacere che guidi la prima squadra, in primavera quando è arrivato eravamo in difficoltà. Lui ci ha rassicurato e ci ha dato una mentalità vincente, sono sicuro che farà bene con il Cagliari».

COSA MI HA DETTO PRIMA DI PARTIRE E SPERANZA PRIMA SQUADRA – «Dopo gli anni della primavera si era creato un rapporto, prima che partissi mi ha detto di far vedere quanto valgo per poi tornare a Cagliari. Speravo di rimanere, ma dentro di me mi facevo delle domande, sarei rimasto in panchina tutto l’anno. Ho preferito andare a farmi le osse, tornare più forte ed esperto, è un percorso giusto per poi poter dare una mano al Cagliari».

SASSUOLO SU DI TE ANNI FA? – «Alcune squadre mi volevano a 14 anni, alcune mi hanno rifiutato nei provini. Quando sono arrivato ad Assemini la prima volta ho sentito una scossa, mi hanno accolto come se mi conoscessero da anni. Ho capito subito che lì si stava bene, ho sentito che lì avrei potuto lavorare bene per cui ho scelto il Cagliari».

PARTIRE DA PICCOLO – «A 13 anni la mia routine era scuola e allenamento, tornavo e mi addormentavo. Non ho sofferto per niente la partenza, avevo come sogno ed obiettivo l’andare via da Napoli e giocare in una squadra. Mi mancavano i miei genitori e quando le cose andavano male non li chiamavo, prendevo tutto per migliorare il giorno dopo. Per me i punti di riferimento sono stati gli psicologi che erano a capo della foresteria, ho ancora un rapporto con loro. Mi hanno risolto molto problemi».

EX COMPAGNI – «Sento molto Idrissi e Pintus, siamo assieme da quando avevamo 14 anni, la prima volta è stato ad un raduno a Villasimius. Con Riyad ci siamo sentiti anche quando era a Modena, quando eravamo piccoli ci aiutavamo dandoci consigli. Lo facevamo tutti in gruppo, ci tranquillizzavamo a vicenda, per farlo ci devi tenere al tuo compagno!».

PUNTO DI RIFERIMENTO – «Quando andavo in prima squadra cercavo di imparare da tutti, in questo ritiro ho parlato molto con Pavoletti, mi ha dato consigli su questo percorso e come affrontarlo. Ha una carriera importante e chi lo sa meglio di lui! Ieri ho sentito Pintus, era in video chiamata in spogliatoio ed ho parlato anche con Leo. Ispirazione? A Cagliari, ma anche prima, mi piaceva molto come giocava Sottil; mi piace anche Luvumbo, l’ho osservato bene evendoci anche giocato assieme».

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