Visti da vicino | Alessandro Pavanati | OneFootball

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·11 ottobre 2024

Visti da vicino | Alessandro Pavanati

Immagine dell'articolo:Visti da vicino | Alessandro Pavanati

Verona - Terzo appuntamento con 'Visti da vicino' il nuovo format dell’Hellas Verona, in cui i protagonisti sono i giovani gialloblù della formazione Primavera allenata da mister Paolo Sammarco.

Curiositàaneddotivita personale e naturalmente tanto calcio sono i temi principali di queste interviste. Nell'episodio di questa settimana andremo a scoprire la vita, privata e sportiva, di uno dei veterani della Primavera gialloblù: Alessandro Pavanati.


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Alessandro, sei cresciuto nelle giovanili del Verona, e adesso sei parte integrante della Primavera. Come ti senti a rappresentare la squadra nella categoria maggiore del Settore Giovanile?"Per me è una grande emozione, perché dal primo anno che sono arrivato qui al Verona questo è stato sempre un mio obiettivo. Ora che sono arrivato in Primavera 1 naturalmente il traguardo personale che vorrei raggiungere è quello di riuscire a fare lo step successivo ed essere convocato in Prima squadra".

Da quanti anni sei al Verona?"Questa che vado ad affrontare è la mia dodicesima stagione. Mi ricordo che feci un camp estivo organizzato dall'Hellas e da lì mi selezionarono per far parte della squadra dei 2005, perché ancora non esisteva la formazione dei 2006, ovvero quelli della mia età. Da gennaio iniziai a giocare con i più grandi e dall'anno successivo iniziò il mio percorso con la squadra dei 2006".

Che prime impressioni hai avuto di questa stagione?"Mi sto trovando molto bene. Questo campionato è sicuramente più difficile dello scorso visto che ci saranno tre retrocessioni, e questo per noi è un motivo in più per non abbassare mai la guardia e lavorare sempre al massimo. Ora siamo solo all'inizio della stagione, ma dobbiamo continuare così, cercando di fare più punti possibili. Siamo un bel gruppo, con un grande staff che ci segue, possiamo fare bene".

Quali sono i tuoi punti di forza come giocatore e invece in quali aspetti devi migliorare?"Penso di essere bravo palla al piede, quindi nella progressione con il pallone. Sicuramente devo migliorare nella concretezza, nella fase finale dell'azione, sulla conclusione e sull'ultimo passaggio".

Qual è il tuo ruolo preferito e su cosa ti chiede di lavorare principalmente mister Sammarco?"In campo mi trovo molto bene come mezz'ala o trequartista, il ruolo che sto ricoprendo attualmente. Il mister mi chiede di essere più determinante, più decisivo, e su questo sto lavorando molto per migliorare".

Sei un veterano delle giovanili del Verona, c'è qualcuno che vorresti ringraziare che hai incontrato in tutti questi anni e che ti ha dato una mano?"In primis devo ringraziare tutta la società e tutti quelli che lavorano al Verona. Mi sono sempre sentito bene qui, con tante persone che mi hanno aiutato nel mio percorso, dagli allenatori, ai dirigenti fino agli accompagnatori. Con alcuni di loro ho creato un bel legame e ci sentiamo spesso. Per fare qualche nome mi sento di dire Fabio Fattorelli, dirigente dell'Under 14 e Daniele Marchi, attualmente allenatore dell'Under 11, ma davvero devo ringraziare tutti gli staff con cui ho lavorato, perché se sono arrivato in Primavera, è solo grazie a loro".

C'è qualche giocatore dell'Hellas al quale ti ispiri?"Direi sicuramente Suslov. Il suo controllo di palla, la sua progressione con il pallone tra i piedi e la sua capacità di dribbling sono caratteristiche che mi piacciono tantissimo e per questo lui rappresenta un modello per me. Ma anche la sua aggressività e forza che mette in campo quando gioca sono vere fonti d'ispirazione".

Sei mai stato convocato nella Nazionale italiana?"Una volta per un torneo a gironi con l'Under 16. Non nego che mi piacerebbe molto ricevere una chiamata ora dall'Under 19, è uno dei miei obiettivi, ma so che devo lavorare ancora tanto per riuscirci".

Com'è avere la possibilità di allenarsi con la Prima squadra?"Di sicuro è bello, ogni volta che ci dicono che dobbiamo allenarci con la Prima squadra siamo contenti. Poi naturalmente c'è un minimo di timore, un po' di soggezione, ma il difficile è proprio lì, perché bisogna restare tranquilli e giocare al meglio, come facciamo sempre. Perché se arrivi ad allenarti con loro vuol dire che lì in mezzo ci puoi stare e puoi dire la tua".

Tu sei di Verona e giochi nel Verona, che emozione è rappresentare la propria città nel campionato di Primavera 1?"È bellissimo. È quello che ogni ragazzo sogna quando fin da bambino indossa questa maglia, quella della squadra della sua città, di cui io sono anche grande tifoso. Il mio obiettivo però è quello di arrivare al massimo livello, in Prima squadra, per poter rappresentare ancora di più l'Hellas".

Hai qualche ricordo in particolare di te al Bentegodi?"Non mi ricordo la prima volta che sono stato allo stadio perché mio padre, grande tifoso dell'Hellas, mi ha portato sempre da quando ero molto piccolo. Se devo dire una partita in particolare dico quella della finale playoff contro il Cittadella, vinta 3-0. Ho provato grandi emozioni anche quando ho avuto la possibilità di accompagnare i calciatori in campo. Mi ricordo bene la volta che sono entrato al Bentegodi con Hallfredsson. Che incredibile emozione vedere tutti quei tifosi dal campo!".

Quanto è stata importante la famiglia nel tuo percorso di crescita anche come calciatore?"Tantissimo. Mio padre è stato quello che più di tutti probabilmente mi ha trasmesso la passione per l'Hellas. Mia mamma, Nelly, e mio padre, Andrea, mi hanno sempre accompagnato ovunque, tutti i weekend per ogni partita e tutti i pomeriggi per gli allenamenti. Quando non riescono per motivi di lavoro c'è mio nonno, Amedeo, che mi accompagna. Mio fratello Matteo invece è quello che probabilmente mi ha insegnato a giocare a calcio da piccolo, lui è più grande di qualche anno e giocavamo sempre insieme. A tutti loro devo dire grazie per l'aiuto che mi hanno dato e che ancora oggi mi danno tutti i giorni".

C’è qualche compagno di squadra con cui hai legato di più, magari anche fuori dal campo?"Con tutti i compagni che ho avuto mi sono sempre trovato bene, poi naturalmente c'è chi ho conosciuto per poco tempo e chi invece lo conosco ormai da anni. Con Dalla Riva, De Battisti, Agbonifo e Devoti, solo per fare alcuni nomi, è normale che ci sia più rapporto visto che giochiamo insieme da tanti anni. L'importante comunque è fare gruppo, ed essere tutti uniti, anche quando arrivano giocatori nuovi, soprattutto dall'estero che magari hanno qualche difficoltà a comunicare perché non parlano l'italiano o parlano poco anche l'inglese, cerchiamo sempre di coinvolgerli al meglio".

Con gli studi invece come sta andando?"Quest'anno ho l'esame di maturità. Frequento l'indirizzo scolastico di finanza e marketing, da remoto, visto che con gli allenamenti e gli impegni delle partite non sarebbe possibile andare tutte le mattine. Ma così ogni giorno posso seguire le video lezioni, e quest'anno andrò a Roma per fare l'esame di Stato".

C'è qualche posto in particolare che ti piace di Verona?"Sicuramente piazza Bra, ma mi piace tanto anche la vista dall'alto da Castel San Pietro, soprattutto di sera. È fantastica".

Quali altre passioni hai oltre il calcio?"Mi piace tanto guardare serie tv e film. La mia serie preferita è Teen Wolf, l'ho rivista più volte".

Alcuni dei tuoi compagni ti hanno indicato come il più tecnico della squadra, sei d'accordo con loro o vuoi fare qualche altro nome?"Ringrazio i miei compagni per i complimenti, ma direi che con la palla tra i piedi sono molto bravi anche Devoti e Monticelli".

Chi è il più bravo nei colpi di testa e chi invece il più veloce?"Il più forte di testa, per me, è Vermesan, mentre i più veloci sono Philippe e Agbonifo".

Chi ha il tiro migliore?"Direi che se la giocano Scharner, Jablonski e Luna. Tutti e tre hanno davvero un gran tiro".

Musicalmente chi è il compagno che mette la musica peggiore nello spogliatoio?"Zouaghi sicuramente".

Preferisci l'assist o il gol?"Credo il gol, perché l'assist dà una bella sensazione, ma quello che si prova quando si segna è unico. Quest'anno ho fatto i miei primi gol in Primavera 1, nella partita contro il Torino, e mi sono sentito come mai mi era successo prima, e questo mi ha fatto venire ancor più voglia di fare gol, per provare quell'emozione e naturalmente per aiutare la squadra a vincere. Segnare e vincere la partita è l'emozione più bella e appagante che si possa provare".

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