Inter News 24
·12 novembre 2025
Viviano ricorda: «I miei anni all’Inter? Era la fine di un’era mega vincente. Feci la guerra a Branca per andare via, ma ho fatto solo quell’errore»

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·12 novembre 2025

L’ex portiere Emiliano Viviano ha descritto la sua esperienza all’Inter (2011-12) come la “fine di un’era mega vincente”, con uno spogliatoio “difficile da allenare” e pieno di problematiche, ingestibile persino per un tecnico esperto come Claudio Ranieri.
Viviano ha ammesso di aver voluto andarsene subito per “umiltà”, non volendo competere con Julio Cesar, e per paura di perdere la Nazionale di Cesare Prandelli, che non convocava le riserve.
Il suo più grande rimpianto, ha confessato, è stato “fare la guerra” per andarsene. Ha rivelato che il dirigente Marco Branca insistette per trattenerlo, prevedendo un anno di transizione e problemi fisici per Julio Cesar, ma lui spinse comunque per l’addio, nonostante fosse cercato da 15 squadre. “Sarei dovuto rimanere”, ha concluso.
IL MIO PERIODO ALL’INTER – «Quella squadra era inanellabile perché c’erano una serie di problematiche legate ai calciatori: chi aveva problemi con la società, chi giocava e chi non giocava. Era la fine di un’era mega vincente: era una squadra davvero difficile da allenare, era uno spogliatoio difficile con delle problematiche con qualcuno che era alla fine, qualcuno che voleva andare via e qualcuno che aveva problemi con gli altri. Ranieri ha fatto fatica a gestire quel gruppo e parliamo di uno dei migliori. Il mio approccio quando sono arrivato era quello di andarmene via, lo dico in tutta sincerità: era una questione di umiltà, non volevo mettermi a lottare con Julio Cesar, era impossibile. La società Inter con me si è comportata sempre benissimo: volevano tenermi perché mi dicevano che lui sarebbe andato via e che io avrei giocato qualche partita. Ma io avevo fatto tutta la carriera a giocare e spingevo per andare: e Prandelli in Nazionale non ti convocava se non giocavi nel club, avrei perso la Nazionale».
IL MIO INFORTUNIO – «Poi quando mi faccio male, l’unico errore vero che mi imputo in carriera è stato quello di fare la guerra per andarmene dall’Inter: l’ho fatta veramente, volevo andare a giocare. Ma sarei dovuto rimanere. Branca mi diceva di non andare perché Julio Cesar stava avendo qualche problema fisico, era un anno di transizione: mi diceva che avrei avuto qualche possibilità e che sarebbero magari ripartiti da me. Io ho spinto per andare via, ma sarei dovuto rimanere: in quell’estate mi hanno cercato 15 squadre, in Serie A 8».









































