Vlahovic Juventus: molto generoso nella notte di Madrid, ma prestazione nel complesso non sufficiente. Il giudizio sul serbo | OneFootball

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·23 ottobre 2025

Vlahovic Juventus: molto generoso nella notte di Madrid, ma prestazione nel complesso non sufficiente. Il giudizio sul serbo

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Vlahovic Juventus, il serbo torna titolare ma non incide: tanto lavoro per la squadra, ma manca la lucidità sotto porta. Solo 5,5 dalla Gazzetta

Doveva essere la notte del riscatto, l’occasione per riprendersi la Juventus e zittire le critiche dopo le recenti panchine. Ma la trasferta di Dusan Vlahovic al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid si è trasformata nell’ennesima prestazione generosa ma poco incisiva. Tornato titolare al centro dell’attacco, il bomber serbo ha lavorato tanto per la squadra, ma non è riuscito a trovare la zampata vincente, meritandosi una pagella di leggera insufficienza da parte de La Gazzetta dello Sport.

Vlahovic Juve: il giudizio della Gazzetta dello Sport

Per il centravanti bianconero, il voto finale è un 5,5, che ne fotografa una partita di grande sacrificio ma povera di spunti sotto porta. Il giudizio del quotidiano sottolinea proprio questa dualità: da un lato l’impegno encomiabile, dall’altro la mancanza di lucidità negli ultimi metri e qualche scelta rivedibile. Un voto che non lo condanna, ma che non lo promuove, lasciando aperti i dubbi sul suo reale stato di forma e sul suo futuro.


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LA GAZZETTA SU VLAHOVIC – «Generoso: il suo raggio d’azione è largo. Tudor gli chiede di non esagerare e lo segue trattenendo il fiato quando punta Courtois senza gloria».

L’analisi della rosea parte da un elogio alla sua generositàVlahovic non si è risparmiato, ha lottato su ogni pallone e il suo «raggio d’azione è largo», a testimonianza di un lavoro importante anche lontano dall’area di rigore per aiutare la squadra a salire e a creare spazi. Un atteggiamento apprezzabile, che dimostra il suo attaccamento alla causa.

Tuttavia, questa generosità a volte sconfina nell’eccesso. Il quotidiano riporta come Igor Tudor gli abbia chiesto «di non esagerare», un segnale che il tecnico preferirebbe vederlo più presente in area, più concentrato sul ruolo di finalizzatore. Questo suo “strafare” lo porta a volte a scelte impulsive, come quella citata nel giudizio: un tentativo di puntare Courtois «senza gloria», un’azione personale che ha fatto «trattenere il fiato» a Tudor in panchina, probabilmente sperando in una soluzione diversa.

In sintesi, la prestazione di Vlahovic è stata quella di un attaccante che si sbatte tantissimo per la squadra, ma che ha perso un po’ di quella lucidità e di quel cinismo che lo avevano reso uno dei bomber più temuti d’Europa. Il 5,5 in Champions League è figlio di questa mancanza di concretezza, di quella capacità di trasformare in oro i pochi palloni giocabili che arrivano. Una prestazione che non chiude il dibattito sulle gerarchie dell’attacco bianconero, ma che anzi lo alimenta ulteriormente. La Juve ha bisogno dei suoi gol, ma il Vlahovic visto a Madrid è ancora un lontano parente del finalizzatore implacabile che tutti conoscono. La sua generosità è apprezzata, ma per vincere servono i gol. E quelli, al momento, continuano a mancare con preoccupante regolarità.

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