🗣️ Zangrillo: “Non regalerò Gudmundsson all’Inter. Il Genoa sta bene economicamente” | OneFootball

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·3 luglio 2024

🗣️ Zangrillo: “Non regalerò Gudmundsson all’Inter. Il Genoa sta bene economicamente”

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Il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, ha parlato ai microfoni di Telenord a 360° sulla squadra rossoblu. Di seguito le sue parole riportate dalla redazione di Tuttomercatoweb:

“Quando vedi questi giovani ragazzi, e particolarmente i nostri sono meravigliosi che riempiono lo stadio, raccogliamo e diamo ospitalità a ragazzi che altrimenti sarebbero in bar o a studiare. Lo stadio deve essere un luogo sempre più aperto sulle realtà che ci impone la vita sociale. Lo stadio é un enorme teatro e, in una città molto aperta come Genova, dobbiamo riempirlo di cultura e aggregazione oltre le due ore della partita”.


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A che punto è la questione stadio? “Noi abbiamo visto la coppa dei campioni per quanto riguarda il calcio, gli europei di atletica, il tennis e gli europei. Cosa vediamo subito? Che noi facciamo pena dal punto di vista infrastrutturale. Lo stadio per eccellenza per noi italiani è lo stadio di San siro, obbrobrio di cemento nella periferia di Milano, poi abbiamo delle piccole realtà nella provincia come Monza e Sassuolo. Invece andiamo a Madrid o Parigi e vediamo queste strutture meravigliose, o il centrale di Wimbledon che si chiude appena vengono due gocce d’acqua. Siamo ottusamente, passivamente sotto scacco da parte di una politica cieca, non in linea con le aspettative di noi italiani e che non ci meritiamo, fatta di burocrazia. Genova, orograficamente, é ostile perché non ci sono spazi. La cosa che viene in mente é costruire uno stadio sul mare. Prima ci ha pensato qualcuno. Allora, pare che Sampdoria e Genoa siano d’accordo per presentare un progetto in comune. Per una serie di motivi, il Ferraris (il nostro Tempio) dobbiamo considerarlo lo stadio della città e non di uno due club. Facciamo questo sforzo. Essere pronti significa aver fatto il primo passo di un percorso burocratico che vedrà contenziosi”.

Il suo tifo per il Genoa? “Chi mi conosce sa che ho ereditato la passione per il Genoa. Mia mamma non poteva rivolgere la parola a mio papà quando il Genoa perdeva. Da lì, anche per solidarietà, sono diventato genoano”.

Come ha reagito Berlusconi alla notizia che sei diventato presidente del Genoa? “Ha spiazzato tutti e anche lui che mi vedeva come il suo medico. Abbiamo sempre cercato di non parlare io del Monza, non del Milan, e lui del Genoa ma quest’anno ho avuto una grande soddisfazione di essere arrivato sopra il Monza”.

Cosa pensa del calcio? “Il mondo del calcio è un mondo drogato, malato. Non per fare piagnistei facili, ma il fatto che la rappresentazione recente che abbiamo dato della nazionale sia poco simpatica. Vedevo la Turchia ieri che davano l’anima. Fai poi delle considerazioni e vedo che ci sono questi procuratori leggendari che girano con Lamborghini e Ferrari. Questi signori muscolosi e ipertatuati che la fanno da padroni andando a proporre ingaggi alle società. E poi vedi che c’è un campione che periamo non ci rovinino come Sinner, un ragazzo straordinario che non è come questi umanoidi tatuati che sputano sul terreno di gioco o che lanciano la bottiglietta verso il massaggiatore. Vuol dire che abbiamo perso l’educazione. E la mia funzione è quella di insegnare il rispetto reciproco. Io rispetto te e tu rispetti me. E il Genoa è stato straordinario. E’ cresciuto, adesso il Genoa è un gruppo bello, pulito e dobbiamo garantirgli la continuità”.

Il Genoa del futuro? “Si è espresso il nostro amministratore delegato. È innegabile che esistano delle difficoltà di cui non conosciamo l’entità. Ma possiamo dire che non immaginiamo ci possano essere dei riflessi sulla società Genoa perché è all’interno di una struttura sana, governata e strutturata in modo sapiente. C’è una governance in cui c’è il controllo reciproco, lo scambio di informazioni e noi speriamo che tutto si possa, nel rispetto della giustizia, garantire su quelli che sono i fondamentali di una società che ha ben operato e noi pensiamo debba ben operare. Se respiro, come sto respirando, aria pulita, se c’è dialogo, reciproca stima e condivisione, io ho questo ruolo e continuerò a tenerlo perché è un ruolo di garanzia e responsabilità nei confronti dei tifosi che sono tutti quelli che ci seguono e non solo quelli che vengono allo stadio”.

Dove può arrivare il Genoa? “Il calcio, mi ha insegnato Galliani, é crudele. Penso che il Genoa debba ritornare dove manca da tanto tempo. Per farlo ci vuole un consolidamento economico che consenta di poter usufruire di una rosa che ha un valore che tu gestisci, che tu controlli, di cui tu sei padrone. E che quindi ti consenta di dire di no al signor Marotta quando vorrebbe che tu gli regalassi Gudmundsson, e lo dico all’amico Beppe senza nessun tipo di malignità. Lo dico perché so che all’Inter piace Gudmundsson e io ho detto che spero che lui possa sognare e continuare a sognare. Però il Genoa deve essere padrone di se stesso: se vende Martinez è perché pensa di poterselo permettere, perché arriva un altro Martinez o meglio di lui, e se va via Gudmundsson, come è andato via Dragusin abbiamo visto che abbiamo fatto ancora meglio”.

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