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·12 novembre 2025

Zazzaroni e quel paragone tra la Juventus e la Ferrari: lo ha detto sulla nomina di Comolli come nuovo ad

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Zazzaroni e quel paragone tra la Juventus e la Ferrari: lo ha detto sulla nomina di Comolli come nuovo ad. Il pensiero del giornalista

L’investitura ufficiale di Damien Comolli come nuovo amministratore delegato della Juventus ha scatenato le reazioni della stampa sportiva. Tra le voci più autorevoli spicca quella di Ivan Zazzaroni, che nel suo editoriale di prima pagina sul Corriere dello Sport – Stadio ha voluto analizzare a fondo il profilo e le prime parole del dirigente francese.

Il direttore apre la sua riflessione con una frase emblematica, che sintetizza la filosofia necessaria per guidare un club di tale caratura: «Sono gli uomini a fare la Juve». Zazzaroni non nasconde un certo scetticismo verso l’approccio iniziale del manager, caratterizzato da proclami molto ambiziosi che rischiano di scontrarsi con la dura realtà del calcio italiano. «Si presentò con un manifesto riassumibile con tre iperboli: vincere il Mondiale per Club perché siamo la Juve, i dati a guidare ogni decisione da 25 anni e regalare emozioni ai tifosi rendendo razionale il calcio».


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Comolli ha recentemente illustrato il suo programma definendosi un “costruttore“. Un termine che Zazzaroni prende in prestito per spiegare una regola aurea del management sportivo: alla Juventus è fondamentale far salire “sul bus” le persone giuste e lasciare a terra quelle sbagliate. Solo attraverso una selezione rigorosa delle risorse umane ogni traguardo diventa raggiungibile. Il rischio, altrimenti, è quello di cadere nella trappola dell’eterno “anno zero“, vivendo in una dimensione irreale e di perenne transizione. Il paragone utilizzato è forte e doloroso per i tifosi italiani: quello con la Ferrari, che purtroppo non vince un titolo mondiale da ben 18 anni.

La chiusura dell’editoriale è una lezione di storia e di stile. Zazzaroni ricorda al manager francese che la “costruzione” a Torino ha fondamenta secolari e non inizia oggi. «Quanto a Comolli costruttore di club, preciso che la Juve esiste dal 1897 e dal 1923 è in mano alla famiglia Agnelli, che ha realizzato tutto in questo lungo secolo (…) Il segreto? Umiltà personale unita a determinazione professionale».

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