Zazzaroni senza peli sulla lingua, che stoccata a Cassano e Adani! La risposta: «Non mi frega un c***o di cosa dicono!». E svela un retroscena | OneFootball

Il noto giornalista Ivan Zazzaroni risponde in maniera piccata alle accuse e agli attacchi arrivatigli da Antonio Cassano e da Lele Adani

Non si placa la polemica a distanza che infiamma il dibattito sportivo italiano. Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha replicato duramente alle critiche mosse dagli ex calciatori Antonio Cassano e Lele Adani. Al centro del violento botta e risposta c’è la gestione mediatica della sfida contro la Norvegia, costata i playoff alla Nazionale, e le accuse di aver sottovalutato l’avversario rivolte anche al telecronista Fabio Caressa.

Intervenuto al podcast Numer1, Zazzaroni ha svelato di aver avuto un recente scambio di messaggi privati con l’ex fantasista barese, rispedendo al mittente le offese sulla sua professionalità e citando i suoi 45 anni di carriera ad alti livelli come prova inconfutabile di competenza. Il giornalista ha poi rivelato un retroscena su Adani: in passato gli avrebbe proposto un confronto diretto, televisivo o sulla piattaforma Twitch, ricevendo però un rifiuto motivato da una presunta mancanza di considerazione. Zazzaroni ha concluso difendendo a spada tratta il collega Caressa e ribadendo la sua convinzione sulla superiorità tecnica degli Azzurri rispetto agli scandinavi, a patto di lavorare con la giusta mentalità.

PAROLE – «Mi sono scambiato anche dei messaggi con Antonio. Dice che la colpa è di chi mi dà da lavorare? Ma sì, da 45 anni: è anche fuori luogo. Allora sono 45 anni di coglioni. Io una volta mandai un messaggio molto carino ad Adani nel quale gli dissi di fare un confronto uno contro uno in televisione o anche su Twitch: però lui dice che non mi considera. Invece mi considerano perché vengo citato. Con Antonio, che conosco da mille anni, ci siamo scambiati messaggi alla nostra maniera: lui ha il modo di vedere le cose che non è il mio. A me di quello che dicono interessa un cazzo. Io ho difeso Caressa e lo difenderò sempre, ma sulla Norvegia non dissi un tubo: e sono ancora convinto che se lavoriamo bene la battiamo».