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·4 ottobre 2025

Zazzaroni su Rabiot: «È ulteriormente cresciuto, i collaboratori di Allegri mi dicono che…»

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Zazzaroni su Rabiot: «È ulteriormente cresciuto, i collaboratori di Allegri mi dicono che…». Il commento del giornalista

Nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni scrive del milanista ed ex juventino Adrien Rabiot.

«Prima di scrivere di Rabiot – a differenza di Allegri io mi aggiorno – sono andato a rivedere un’intervista abbastanza recente al centrocampista del Milan fatta da Alessandro Matri in versione Jimmy Fallon de noantri. Su Dazn.


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Niente di sconvolgente, sia chiaro – i due erano a tavola alla Continassa, peraltro discretamente interessati a un risotto ai funghi – tuttavia gradevole: Rabiot non è tipo che si concede facilmente.

Dopo la metà dei ventisei minuti totali, tanto durò la chiacchierata, Rabiot aveva sviluppato prevalentemente un tema: la mentalità vincente di Allegri. «Mi piace avere un allenatore così» le parole del francese. «Max è uno che ti ripete sempre che anche l’allenamento è importante per crescere… Proprio con lui sono cresciuto, lui mi ha dato la continuità».

Allegri ha un’evidente predilezione per Rabiot: lo volle anche sei anni fa alla Juve «perché ha il livello ed è solido».

Lo volle, dicevo, ma quando nel 2019 Adrien arrivò effettivamente a Torino, Max non c’era già più. Trombato. «Fu Allegri a incontrarmi pochi mesi prima e mi convinse», è sempre Rabiot che parla, «solo che alla fine di quella stagione lui lasciò la Juve e io mi ritrovai con un altro allenatore». Maurizio Sarri «che all’inizio non mi faceva giocare, perciò mi chiedevo perché mi avessero voluto tanto per poi mettermi in panchina…».

E veniamo a Juve-Milan. Un anno dopo, un anno di Marsiglia e De Zerbi dopo, Rabiot sembra ulteriormente cresciuto, così almeno sostengono i collaboratori del tecnico: ha più personalità e un controllo superiore della partita. Proprio la solidità del francese e la statura tecnico-tattica di Modric sono i principali elementi di diversità di questo Milan rispetto al precedente che vedeva in Theo e Leao, due atipici, i leader tecnici, di soluzioni, del gruppo, certamente non quelli dello spogliatoio.

Rabiot è – con Modric – il giocatore al quale Allegri concede più libertà d’espressione, secondo il dettato tanto caro a Dan Peterson, che ai suoi ripeteva spesso: «Non fate quello che scrivo, fate quello che vedete».

Ma poi, per dirla tutta, uno che gli juventini chiamavano Cavallo Pazzo, come fa a non intendersi di ippica?

Questa la spiego la prossima volta ai non juventini e ai disinformati sul corto muso».

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