Calcio e Finanza
·10 aprile 2024
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Prosegue lo scontro legale tra Steven Zhang e China Construction Bank Asia, nell’ambito della sentenza del Tribunale di Hong Kong sui 320 milioni che il presidente dell’Inter non ha ancora ripagato all’istituto bancario.
Nelle scorse settimane, la Corte d’Appello di Milano ha accolto il ricorso di CCBA, decidendo di riconoscere la sentenza di Hong Kong anche in Italia. In particolare, nella sentenza si legge che la quota che deve essere ripagata è pari a 255 milioni più interessi per 2,6 milioni fino al 2 agosto 2021 e poi interessi annui pari al 13% sui 255 milioni di cui sopra dal 3 agosto 2021 fino alla data del pagamento (circa 30 milioni annui), in base a quanto spiegato dal Tribunale di Hong Kong nella sentenza del luglio 2022 e passata in giudicato nel settembre 2022.
Dopo la decisione delle scorse settimane, resta in piedi anche un altro procedimento avviato a Milano da China Construction Bank nei confronti di Zhang, ovverosia quello in cui viene richiesto l’annullamento della delibera con cui l’assemblea degli azionisti nerazzurri nel 2018 ha approvato la composizione del CdA sottolineando come a Zhang non spetti alcun emolumento in quanto presidente.
China Construction Bank Asia infatti vorrebbe rifarsi sugli asset italiani di Zhang: anche perché, in base alle stime dell’accusa, lo stipendio dovrebbe essere pari a 914mila euro annui. Tuttavia il club nerazzurro, tra le righe del bilancio al 30 giugno 2023, aveva spiegato: “Sulla base delle informazioni disponibili, la Società ritiene di avere validi motivi per ottenere il rigetto delle domande delle controparti”. Anche perché nella storia dell’Inter non è mai stato deciso di destinare uno stipendio al presidente: non si tratta quindi di una scelta fatta solo per Zhang, ma di una prassi del club.
Alle 10.30 di oggi andrà in scena una nuova udienza al Tribunale Ordinario di Milano davanti al giudice Alima Zana: il procedimento, avviato nel 2022, sembra destinato a concludersi, ma non è da escludersi un nuovo rinvio
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