Adriano ‘abbandonato’ dal mondo del calcio: «A nessuno importa più di me! Ecco chi è l’unico ex compagno che mi chiama ancora» | OneFootball

Adriano ‘abbandonato’ dal mondo del calcio: «A nessuno importa più di me!». La rivelazione dell’ex attaccante dell’Inter

Adriano Leite Ribeiro, conosciuto da tutti come “l’Imperatore”, è tornato a parlare della sua vita privata e dei rapporti con gli ex compagni di squadra. Lo ha fatto durante il podcast Boteco do Chula, condotto dall’ex attaccante brasiliano Aloisio Chulapa, con cui ha condiviso diversi momenti di carriera.

L’ex bomber dell’Inter, protagonista in Serie A nei primi anni 2000 con il suo sinistro devastante, ha spiegato come i legami con molti colleghi del passato si siano affievoliti nel tempo. Secondo il suo racconto, sono pochi i giocatori che ancora oggi si interessano realmente a lui e al suo benessere.

Il legame più forte resta proprio quello con Aloisio, definito da Adriano come l’unico che continua a chiamarlo per sapere come sta. L’Imperatore ha sottolineato come il gesto di un compagno che si preoccupa davvero, anche lontano dai riflettori, sia qualcosa di raro e prezioso nel mondo del calcio moderno.

Durante l’intervista, Adriano ha anche ricordato un episodio toccante: Aloisio sarebbe stato l’unico a commuoversi per lui, piangendo non per motivi sportivi ma per vicinanza umana. Un dettaglio che, secondo l’ex attaccante, rende chiaro quanto certi rapporti vadano oltre il campo e restino impressi per sempre.

La carriera di Adriano resta legata a doppio filo al club nerazzurro, con cui ha vissuto stagioni indimenticabili, alternate a momenti difficili. Le sue parole dimostrano come, al di là dei gol e dei trofei, i ricordi più autentici siano quelli legati ai rapporti personali.

PAROLE – «Non c’è prezzo per stare con le persone che ami. Non sono uno che rilascia interviste, ma oggi ho insistito, sono venuto con piacere. A nessuno importa più di me. L’unico giocatore che mi chiama per sapere come sto è Aloisio Chulapa. Sono pochi quelli a cui importa degli altri. Sapete chi è stato l’unico giocatore che ha pianto per me, come essere umano? È stato Aloísio. È qualcosa che non si può spiegare. Le cose belle restano con noi».