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·22 de agosto de 2025

Ancelotti: «Il Milan aveva bisogno di Allegri, l’Inter ne avrà di Marotta. David non è un crack»

Imagem do artigo:Ancelotti: «Il Milan aveva bisogno di Allegri, l’Inter ne avrà di Marotta. David non è un crack»

Ancelotti: «Il Milan aveva bisogno di Allegri, l’Inter ne avrà di Marotta. David non è un crack». Le dichiarazioni del ct del Brasile

In un’intervista esclusiva rilasciata a Il Giornale, Carlo Ancelotti, attuale commissario tecnico del Brasile ed ex figura di spicco al timone di squadre come Real Madrid e Milan, nonché ex centrocampista della Nazionale italiana, ha condiviso le sue riflessioni sul mondo del calcio. Di seguito, i punti salienti di questa conversazione

Che effetto fa essere CT del Brasile? «Un effetto strano ma dopo tutto quel tempo trascorso in Europa era arrivato il momento giusto per una pausa e ritengo di avere fatto la scelta più giusta perché allenare il Brasile è molto, molto motivante».


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Ancelotti al Brasile e Gattuso cittì dell’Italia.«Mai immaginato che Rino potesse diventare l’allenatore della nazionale ma ha tutti i meriti per onorare l’impegno, ha carattere, ha personalità, spero di incontrarlo al mondiale. Piuttosto non mi aspettavo le difficoltà incontrate da Spalletti».

Due mondiali senza l’Italia, un europeo fallito. «È una crisi generazionale, non abbiamo grandi attaccanti come Vieri, Totti, Del Piero, Inzaghi. Siamo messi bene in difesa e a centrocampo per il resto facciamo fatica a produrre veri talenti».

Forse si gioca troppo. «Sì, si gioca troppo e male, il calcio è più analitico, intenso, veloce ma Fifa e Uefa devono rivedere i calendari, troppe partite, non tutte di qualità, troppi infortuni».

Le leghe dovrebbero ridurre da 20 a 18 le squadre partecipanti. «Mi sembra una buona soluzione, si eviterebbero confronti di bassa qualità che invece aumenterebbe e così anche i costi sarebbero più logici. Ma ci deve essere intesa tra le componenti e finora questo non è accaduto».

Dovreste avere voi allenatori e i calciatori maggiore peso nelle decisioni. «Siamo i più pagati, forse per questo non ci vogliono al tavolo».

Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori italiani, ha proposto di tenere fuori dal calcio Israele. «Non sono d’accordo, la politica si occupi di questo tema importante ma lo sport sa benissimo affrontare e superare certe situazioni critiche, la storia lo dimostra, basta consultare gli almanacchi. Italia-Israele va giocata».

Avremo il Var illustrato al pubblico. «Ripeto quello che dissi all’introduzione del Var, uno strumento importante ma l’utilizzo eccessivo ha aumentato i dubbi e le polemiche. Credo che quest’ultima novità non sia necessaria, non so se sia utile per il gioco».

Anche l’arbitro con telecamera. «Lasciamo perdere».

La serie A segna i ritorni al Milan e alla Lazio di Allegri e Sarri. «Sono contento che il Milan s’affidi di nuovo ad Allegri: è una figura importante di cui squadra e club avevano bisogno. La A ha allenatori importanti, Sarri, Conte, Gasperini».

Alla Roma una soluzione inedita, la coppia Ranieri-Gasperini. «L’esperienza di Ranieri è decisiva, l’entusiasmo di Gasperini anche in un città bollente, ho saputo che anche il Papa è romanista».

L’Inter avrà le scorie dello 0 a 5? «Difficile dimenticare quel risultato però intanto va ricordato che l’Inter è arrivata in finale e non a tutti riesce. Chi gioca la Champions ha come obiettivo di vincerla ma per farlo si deve andare in finale e l’Inter lo ha saputo fare, due volte. E poi Beppe Marotta saprà gestire eventuali appannamenti».

Modric al Milan.«Gli ho parlato, farà divertire i tifosi, lascerà il segno nel campionato, è felice della scelta, sa di poter andare al mondiale, è un professionista assoluto, l’anno scorso non ha mai saltato un allenamento».

Napoli senza Lukaku. «Sarà importante per Conte riaverlo nella seconda parte della stagione, quando si decide molto, se non tutto».

David alla Juventus. «Buon attaccante, veloce, intelligente, ci fece gol in Champions (contro il Real), non è un crak ma è il calciatore canadese più importante, lo dico per questioni mie di famiglia».

Donnarumma. «Una scelta forte del club e dell’allenatore. Il calcio non prevede la schiettezza ma Luis Enrique è stato schietto, lui ha una idea diversa del ruolo che è cambiato anche per i nuovi regolamenti, dunque serve uno che sappia sbrigarsela con i piedi. Io ho un’idea diversa».

Mai ricevuta un’offerta dalla Figc? «No, mai. Un contatto con Malagò ai tempi del commissariamento. Poi andai al Napoli».

Dopo il Brasile? «Ho tre soluzioni: resto qui, trovo qualcosa di interessante o smetto».

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