Baggio, spegne le polemiche: «Caldo al Mondiale per Club? Nel Mondiale del ’94 giocai a temperature anche più alte» | OneFootball

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Inter News 24

·13 de julho de 2025

Baggio, spegne le polemiche: «Caldo al Mondiale per Club? Nel Mondiale del ’94 giocai a temperature anche più alte»

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Roberto Baggio, presente all’evento pre-finale del Mondiale per Club, ricorda il caldo del 1994 e minimizza

Tra i protagonisti presenti alla Trump Tower di New York, in occasione dell’evento ufficiale pre-finale del Mondiale per Club, c’era anche Roberto Baggio, uno dei simboli del calcio italiano e mondiale. L’ex fuoriclasse di Brescia, Fiorentina, Juventus, Inter e Milan, oggi 57enne, è stato accolto con affetto dai tifosi e dai media internazionali, e ha avuto modo di commentare una delle questioni più dibattute di questi giorni: il caldo estremo che ha accompagnato le partite del torneo.

Le condizioni climatiche, infatti, hanno sollevato critiche da parte di molti addetti ai lavori, ma Baggio, con l’esperienza di chi ha vissuto il calcio ad altissimo livello in epoche diverse, ha voluto ridimensionare la polemica.


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«Sì, ho giocato e ovviamente le temperature erano forse più alte rispetto a questi giorni», ha dichiarato, facendo riferimento al Mondiale del 1994 disputato negli Stati Uniti, che vide proprio l’Italia arrivare in finale. «Credo che il fatto di avere 5 o 6 sostituzioni e il break che c’è ovviamente in ogni tempo aiutano il tipo di giocatore ovviamente a recuperare», ha aggiunto l’ex Pallone d’Oro.

Parole misurate ma significative, che riportano l’attenzione sul cambiamento delle regole e sulla maggiore attenzione alla salute degli atleti rispetto al passato. Oggi, rispetto agli anni Novanta, i giocatori hanno infatti a disposizione più sostituzioni (fino a sei in alcune competizioni) e pause di raffreddamento a metà tempo, strumenti pensati per tutelare la condizione fisica soprattutto in climi estremi.

Il commento di Baggio arriva in un momento in cui le polemiche sul caldo hanno coinvolto anche alcuni allenatori del torneo, ma la sua riflessione spinge a guardare con maggiore equilibrio al contesto attuale. Un pensiero da leggenda del calcio, che sa bene cosa significhi giocare con 40 gradi e responsabilità sulle spalle.

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