Bari, l’ex Defendi: “Ripartire non era facile, ma se la squadra è lì è merito di tecnico e dirigenza. Favilli ha doti da Serie A” | OneFootball

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·17 de abril de 2025

Bari, l’ex Defendi: “Ripartire non era facile, ma se la squadra è lì è merito di tecnico e dirigenza. Favilli ha doti da Serie A”

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L’ex capitano del Bari Marino Defendi è intervenuto ai microfoni di Pianetabari.com per commentare il momento del club.

Ecco le sue parole:


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“Ripartire dopo l’anno scorso non era facile. Penso che i ragazzi si stiano comportando bene e diranno la loro fino alla fine. Una vittoria a Palermo non è mai scontata, conosciamo il valore dei rosanero. Portare a casa partite così aiuta tanto anche dal punto di vista del morale, perché sei lì, te la giochi con loro: ridà animo, voglia e quella determinazione che serve per chiudere bene il campionato e cercare di fare al meglio i playoff.

Assolutamente. Ripeto, non era facile, ma se il Bari è lì è in virtù del buon lavoro fatto all’unisono dal tecnico e dalla dirigenza. Ora, da qui in avanti, ci sono tante partite decisive. Poi, sia chiaro, i playoff sono un campionato a parte: la cosa che conta è arrivarci fisicamente e mentalmente più pronti. Se il Bari riesce a trovare consapevolezza e determinazione, poi può contare sul fattore San Nicola. Se una squadra si ritrova lì vuol dire che ha valori importanti. Chiaro che ci sono avversari come Spezia e Cremonese che spingono, altre come la Juve Stabia che hanno meritato per tutto l’anno, ma ripeto: sicuramente i valori non si resettano, però a fare la differenza è come ci arrivi, se sei già scarico o in crescita.

Non è facile giocare contro Castori, è un tecnico che non ti lascia respirare. Lo conosciamo: non è un allenatore di palleggio, ma questo costringerà il Bari ad affrontare la partita lottando continuamente sulle seconde palle. Sarà un campo difficile, poi a entrambe le squadre servono punti e quindi penso che, da un certo punto di vista, sarà una sfida aperta.

Cesar può essere l’arma in più. Lui è un giocatore estremamente importante per la categoria. Io ci ho giocato, so che è un ragazzo che si deve sentire apprezzato, amato e a casa. Se trova quell’equilibrio legato a questi fattori, diventa un giocatore devastante, capace di rompere gli equilibri. Ha bisogno di serenità. Non dimentichiamoci che si tratta di un sudamericano: ha bisogno di vita, energia e divertimento. Se ritrova questi aspetti, diventa determinante. Bisogna saperlo gestire.

Quest’anno si è visto poco, magari non si è ancora adattato al 100%, ma potrà essere decisivo. Lui è un giocatore che non si deve sprecare a correre dietro agli avversari: magari qualcun altro può fare un pressing in più per lasciargli quella brillantezza che gli consenta di saltare l’uomo in ogni zona del campo. Lui è uno di quelli che, quando è in bolla, non ce n’è per nessuno.

Mantovani è un difensore tosto che sa fare tante cose. È bravo con i piedi, sa guidare la difesa, coprire bene nell’uno contro uno, riesce a controllare bene le palle aeree. Non lo scopriamo di certo oggi: parliamo di un ragazzo che può ancora migliorare e prendersi palcoscenici importanti.

Lui è l’esempio lampante di un ragazzo che sa fare gruppo. Da un lato è molto intelligente tatticamente, e questo sicuramente aiuta, ma poi è sempre un riferimento: supporta i compagni, sa incitare nei momenti di difficoltà, in campo parla e dà un grande supporto, non molla mai. Poi, a dirla tutta, a Bari c’è una figura come Di Cesare che saprà dargli i consigli giusti.

Favilli è davvero un giocatore con qualità importanti. Sa fare gol, ha prestanza fisica, riesce a far allungare la squadra. Certo, le questioni fisiche sono state un po’ la sua croce. Per certi versi è un peccato, perché per questi problemi non è riuscito a imporsi come avrebbe potuto. Per doti tecniche, lui vale la Serie A.

Un giocatore sente l’ambiente, lo percepisce. I tifosi hanno mille motivi per fare queste manifestazioni, però è chiaro che il calciatore ha bisogno del sostegno dei suoi tifosi. Poi, lo stadio di Bari, se c’è, trascina. Io l’ho vissuto sulla mia pelle: la stagione fallimentare è proprio l’emblema. Noi siamo passati ad avere 2.000 persone a 10.000 nel giro di una settimana. Poi ho avuto la fortuna di giocare con 60.000 persone: vi assicuro che per un giocatore è devastante, ti trascina per tutta la settimana. Mi aspetto un Bari che se la giocherà con tutti. Lo ha dimostrato e lo può fare. Poi, se dovesse raggiungere i playoff, questi sono un’incognita: possono esserci tanti fattori e dipende da come ci arrivi. Ma saranno belli da vedere.”

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