PianetaSerieB
·24 de dezembro de 2024
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Giorgio Perinetti da direttore sportivo ha scritto un pezzo importante di storia del Bari quando in panchina sedeva Antonio Conte. Quel Bari che è riuscito a centrare la promozione in Serie A, obiettivo comune anche all’attuale gruppo biancorosso guidato da Moreno Longo. E sull’attuale andamento dei Galletti, ma anche su un’altra sua ex squadra, il Palermo, prossima avversaria dei biancorossi, il ds ha parlato in un’intervista ai microfoni di pianetabari.com.
Ecco le sue parole
Sul Palermo-Bari: “È una partita tra due società che hanno caratterizzato un po’ la mia vita professionale. Assisterò alla gara, perché mi trovo già a Palermo per il Natale. Sarà delicata per entrambe, perché non ci sono quei risultati sperati in estate, soprattutto per il Palermo, che è molto in ritardo rispetto alle sue ambizioni, e questo si vive in città male. Anche lo stesso City Group non vive la cosa in maniera positiva. Del resto, la crisi del City quest’anno sembra coinvolgere diverse squadre che ne fanno parte“.
Sul Bari: “C’è la possibilità per la squadra di avere una pronta reazione in una partita molto difficile ma stimolante. Il fatto di non dover rimuginare troppo sugli errori commessi o sull’approccio sbagliato è un’opportunità, ma bisogna trasformarla in un fatto positivo. È chiaro che poi devi fare una grande prestazione contro una squadra con caratteristiche importanti, da primato, ma che invece ha una classifica che delude rispetto alle aspettative“.
Sul mercato: “Confermo che il mercato di gennaio è sempre piuttosto complicato. Nelle squadre che vanno bene, puoi rischiare di fare dei danni pur cercando di migliorare. Nelle squadre che vanno male, è difficile trovare quei giocatori di forte impatto che possono dare una mano. Nell’anno della promozione con il nostro Bari fui fortunato. La squadra era prima, pur non avendo un organico per reggere la posizione. Conte aveva fatto cose eccezionali, Matarrese diede l’ok per quegli investimenti che ci avrebbero permesso di restarci fino in fondo. Uno su tutti, Guberti, che fu un colpo nato da una chiacchierata con il suo procuratore. Mi disse: ‘Ti saluta Guberti, è qui con me’. Io risposi: ‘Perché non vieni a Bari a vincere un campionato?’, e così quell’idea si trasformò in realtà. Però ripeto, non è facilissimo trasformare i sogni in realtà a gennaio, perché pochi giocatori di impatto possono venire, soprattutto dalla Serie B alla A“.