Biasin: «L’Italia pensa ai playoff come una condanna ma dobbiamo smetterla di frignare. Anzi ringraziamo perché…» | OneFootball

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·19 de novembro de 2025

Biasin: «L’Italia pensa ai playoff come una condanna ma dobbiamo smetterla di frignare. Anzi ringraziamo perché…»

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Biasin: «L’Italia pensa ai playoff come una condanna ma dobbiamo smetterla di frignare. Anzi ringraziamo perché…». L’opinione del giornalista

Su TMW Fabrizio Biasin analizza la situazione della Nazionale italiana, soffermandosi sui playoff che potrebbero regalare agli azzurri la partecipazione al Mondiale 2026 dopo 8 anni senza manifestazione iridata. O l’ennesimo dramma sportivo.


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Si legge: «L’Italia valuta i playoff come una condanna. E capiamo anche perché. Ma non dovrebbe essere così. Un tempo erano un’umiliazione, il purgatorio per le grandi che non ce l’avevano fatta con le loro forze. Ora non lo siamo più, grandi. Siamo piccini picciò e, quindi, ringraziamo i playoff, l’occasione in più per chi non è “abbastanza”. Noialtri non siamo più “abbastanza” e, infatti, abbiamo acchiappato il secondo posto in un girone in cui eravamo… la seconda forza. Nessuna sorpresa, la Norvegia al momento è un pezzo sopra noialtri e prima ce ne rendiamo conto, prima capiamo a che punto siamo, prima potremo immaginare di tornare a un livello di doverosa decenza».

E ancora: «E allora smettiamola di frignare e ringraziamo i playoff, nella speranza di pescare bene nell’urna di Zurigo (domani ore 13). Il resto lo devono fare gli azzurri, proprio loro. Hanno una responsabilità enorme e dettata da un dato di fatto: non sono certamente all’altezza dei giganti ma non così scarsi da essere giustificabili in caso di mancato approdo al mondialone. Ribadiamo il concetto: smettiamola di frignare, di pretendere criteri di qualificazione più agevoli, smettiamola di chiedere pre-ritiri e pre-raduni a marzo ché tanto servono come Renato (zero) e, semmai, smettiamo di avere paura. Quella, la paura, è la nostra avversaria più grande e va contrastata con un minimo di coraggio. Solo che quello, il coraggio, non si trova sugli scaffali del discount».

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