Calcionews24
·01 de dezembro de 2025
Bologna Cremonese: le tre cose che non hai notato del match di Serie A

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Il netto 1-3 con cui la Cremonese ha espugnato il Dall’Ara potrebbe sembrare il risultato di una partita a senso unico, decisa dal cinismo degli attaccanti ospiti. Tuttavia, rileggendo attentamente le pieghe del match, emergono dettagli tattici ed episodi che raccontano una storia più complessa, fatta di trappole, regali difensivi e questioni di millimetri.
1. La trappola della densità e la frustrazione di Orsolini. Se il Bologna ha faticato tremendamente a creare gioco fluido, il merito va all’impostazione difensiva grigiorossa. La Cremonese ha iniziato a costringere il Bologna a giocare in spazi stretti una volta passata in vantaggio, alzando l’intensità nei contrasti e soffocando le fonti di gioco. La riprova visiva di questa difficoltà è arrivata al 42′: un Orsolini isolato è stato costretto a venire a giocare interno spalle alla porta per tentare disperatamente di aiutare una manovra che non trovava fluidità, finendo per affidarsi a cross prevedibili praticamente da fermi, come quello effettuato da Zortea al 43′ col piede debole
2. I segnali inavvertiti del Bologna. La Cremonese è stata spietata, ma la difesa rossoblù le ha steso il tappeto rosso. Prima ancora dei gol, all’11’, un errore in stop di Casale aveva già lanciato Vardy (salvataggio di Zortea dopo che l’inglese aveva superato Ravaglia). La colpa della squadra di casa è stata non avere alzato l’attenzione cogliendo immediatamente questi segnali. E se Casale è stato un disastro, non meglio ha fatto Heggem che lo ha sostituito, pure lui anticipato dall’ex Leicester sull’1-3
3. La partita dei legni (e dei brividi). Il risultato tondo maschera una gara che poteva prendere pieghe diverse per questione di centimetri. L’inizio shock con il palo “a giro” di Orsolini al 2′ minuto avrebbe potuto cambiare l’inerzia. Ma anche la Cremonese ha avuto i suoi sliding doors: il palo di Payero da corner al 57′ e, soprattutto, il brivido al 72′, quando una deviazione fortuita di Baschirotto verso la propria porta si è stampata sul legno, salvando la Cremo da un autogol che avrebbe riaperto il finale.









































