Lazionews24
·18 de dezembro de 2024
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Intervistato ai microfoni di E sempre Primavera, il giovane giocatore della Lazio Bordon si racconta parlando di come si dispone in campo e non solo
PAROLE – Sono arrivato qui dal Brasile da un anno e mezzo. Il mio lavoro è vincere scivolate e duelli. Mi piace essere un difensore un po’ cattivo, sporco, penso che sia importante sia sapere giocare ma anche saper rubare la palla. Casa mi manca, il Brasile è il mio Paese ma anche l’Italia mi piace molto. Ora è arrivato anche mio fratello, si trova benissimo e anche a me fa felice averlo accanto a me. L’anno scorso appena arrivata ero in prestito, non sapevo cosa sarebbe successo. Ma con l’aiuto della famiglia e dei compagni è andato tutto bene
La Nazionale? Roba da brividi, è stato un piacere stare lì. E anche la mia famiglia è venuta a Rio de Janeiro a vedere la partita. Non c’era però mio papà, perché era venuto qui con mio fratello. Papà ha vinto la Copa America nel 2004 col Brasile, mi piacerebbe portare avanti il suo percorso. Lui mi aiuta tanto, sa che la strada non è facile e serve tanto lavoro. Non mi fa mai complimenti, ma è giusto così: fa la parte del cattivo per farmi migliorare
COME DIFENDO – Come difendo? Il primo difensore va sul primo palo, gli altri due cercano il proprio uomo ed eventuali inserimenti per murarli. Per attaccare ho un segreto che mi ha detto mio padre: aspetto che parta la palla sulla linea del secondo palo, poi quando arriva la colpisco più in alto possibile. L’obiettivo in fase difensiva è sempre portare l’uomo fuori dalla porta, per poi entrare forte sul pallone. Se siamo in area muro e basta, fuori sono più cattivo. Poi a campo aperto dipende: se gli avversari sono bassi gioco vicino, se sono alti lancio lungo. La linea? Siamo tre liberi: se uno vede una cosa che l’altro non vede avvisa i compagni. Così andiamo con la squadra, compatti