Calcionews24
·11 de dezembro de 2025
Cagliari, parla Rodriguez: «Accoglienza? Fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire a mio agio. Difficile adattarsi al calcio italiano»

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Il difensore del Cagliari, Juan Rodriguez, ha parlato ai microfoni ufficiali del club rossoblù. Ecco un estratto:
GLI INIZI – «Ero un bambino appassionato per il calcio, che passava molto tempo a giocare con gli amici del quartiere, oppure organizzava qualche partita con la famiglia per giocare a calcio. Andavo a scuola e la maggior parte del tempo la passavo a giocare a calcio. Non mi piace molto l’idea di andare a studiare e, più che altro, giocavo durante l’intervallo. Il mio primo ricordo è stato quando i miei genitori mi hanno portato al baby fùtbol di San Ramón, al Huracán.
E niente, mi ricordo che mi ci portarono loro due. Ero molto piccolo quando ho iniziato, avevo tre anni e non prendevo neanche il pallone per calciare. Mi mettevo a giocare a metà campo con la sabbia, ma poi con gli anni ho cominciato a prenderci mano. Mio nonno è stato molto importante per me. E’ stato come un secondo padre, visto che sia mia madre che mio padre non potevano portarmi agli allenamenti. Lui è stato sempre disponibile ad accompagnarmi»
IL CALCIO ITALIANO – «È difficile adattarsi al calcio italiano: qui è molto veloce, si gioca molto con la palla tra i piedi, è tutto molto tecnico e tattico. In Uruguay il ritmo è diverso, hai più tempo per pensare».
L’ACCOGLIENZA A CAGLIARI – «Fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire a mio agio. La storia rossoblù è piena di grandi uruguaiani e tutti cercano di aiutarti perché tu possa dare quello che gli altri hanno garantito alla maglia rossoblù. Diego Lopez? Mi ha detto di stare tranquillo, di imparare e che quando sarebbe arrivato il mio momento avrei dovuto sfruttarlo al massimo”. Tra i connazionali ex Cagliari, un punto di riferimento è stato anche Nahitan Nández: “L’ho conosciuto in Nazionale. Mi ha dato il benvenuto e mi ha detto che Cagliari era una realtà molto bella dove giocare. Sapevo che a molti uruguaiani era servito venire qui. La mia famiglia e i miei amici erano felicissimi. Era il mio primo passo in Europa».









































