Calcionews24
·31 de maio de 2025
Calciomercato Bologna, l’ascesa di Dan Ndoye: gol, «ruggiti» e prestazioni top che attirano le big

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·31 de maio de 2025
La stagione 2024/2025 del Bologna sarà ricordata a lungo, un’annata di calcio entusiasmante e risultati storici. Tra i protagonisti assoluti di questa cavalcata c’è Dan Ndoye, l’esterno svizzero che, partita dopo partita, ha incarnato lo spirito battagliero e la qualità tecnica predicata da Vincenzo Italiano, trasformandosi in una delle ali più incisive e complete del campionato. Il suo rendimento, costellato di prestazioni maiuscole e giocate decisive, non solo ha trascinato i felsinei, ma ha inevitabilmente acceso i riflettori del calciomercato su di lui.
Ecco una sintesi della sua stagione, con voti e giudizi dei quotidiani sportivi.
Fin dalle prime uscite, come quella «accesa e irriverente» contro lo Shakhtar in Champions League (voto 7), si è capito che Ndoye aveva qualcosa di speciale. La sua crescita è stata esponenziale, diventando ben presto un elemento «imprescindibile» nello scacchiere tattico rossoblù. La trasferta di Monza alla quinta giornata (1-2, voto 7,5) ha iniziato a mostrare la sua capacità di essere determinante, ma è stata la continuità a impressionare: a Cagliari (0-2, voto 7) era «attivo e dappertutto», un motorino instancabile sulla fascia.
La consacrazione è passata anche attraverso i gol, spesso pesanti e di pregevole fattura. Contro il Venezia (3-0, voto 7,5), ha trovato la sua prima doppietta stagionale (il primo su rigore), spezzando un digiuno che durava da un anno e mezzo e dimostrando freddezza dal dischetto. Ma è nelle sfide contro le big che Ndoye ha spiegato al campionato intero di che pasta fosse fatto. Indimenticabile la sua prestazione contro la Juventus (2-2, voto 7,5), dove «per un’ora spiega che è lui l’ala di cui Motta aveva bisogno», trovando anche la via della rete. Un segnale chiaro della sua maturazione e della sua capacità di prendersi responsabilità nei momenti che contano.
Anche in Europa, il suo contributo è stato tangibile. Contro il Borussia Dortmund (2-1, voto 7,5), una sua «volata» ha quasi propiziato il pareggio di Castro, dimostrando come la sua velocità e la sua progressione palla al piede potessero mettere in difficoltà difese di caratura internazionale. La Coppa Italia lo ha visto ugualmente protagonista: contro l’Atalanta (0-1, voto 7,5), partendo da destra, ha offerto un’altra prova di grande sostanza, mentre contro l’Empoli (0-3, voto 7), un suo «assist squassante» per Dallinga ha spianato la strada verso la vittoria.
La sua stagione è stata un crescendo rossiniano. Quando qualcuno ha osato dire che segnasse poco, ha risposto con una doppietta perentoria contro il Torino (3-2, voto 8), zittendo i critici. Nel recupero contro il Milan (2-1, voto 7), ha duellato con un avversario del calibro di Theo Hernandez, «lavorando di fiamme e fiammate» e trovando un gol cruciale. La goleada contro la Lazio (5-0, voto 8) ha visto il suo sigillo sul 4-0, un momento di «emozione fortissima», festeggiato con trasporto sotto la curva Bulgarelli, a suggellare un legame profondo con i tifosi. E quando la fatica stagionale poteva farsi sentire, lui rispondeva presente: a Venezia (0-1, voto 7), «non lo fermano mai», a dimostrazione di una tenuta atletica e mentale invidiabile. Il suo ottavo gol stagionale contro il Napoli (1-1, voto 7,5) e il «duellone con Bastoni» nella storica vittoria contro l’Inter (1-0, voto 7), dove è stato «ovunque», hanno ulteriormente cementato la sua fama di giocatore totale.
Forse l’apice della sua stagione, l’immagine simbolo della sua grinta e della sua voglia di incidere, è stata la performance nella finale contro il Milan (0-1, voto 8). «Sempre on, anche quando punta l’area mostrando ruggiti assortiti», e trovando un gol che ha pesato come un macigno. Anche nell’ultima volata contro la Fiorentina (3-2, voto 7), nonostante la sconfitta, ha lasciato il segno «partendo a razzo» e segnando ancora.
La stagione di Dan Ndoye è stata un manifesto di crescita, talento e dedizione. La sua capacità di abbinare quantità e qualità, la sua fame agonistica e i suoi «ruggiti» in campo lo hanno reso uno dei migliori esterni della Serie A. Non sorprende, dunque, che il suo nome sia ora cerchiato in rosso sui taccuini di molti direttori sportivi. Il Bologna si gode il suo gioiello, consapevole che trattenerlo sarà difficile, ma con la certezza di aver contribuito a lanciare una stella nel firmamento del calcio europeo.