Juventusnews24
·20 de novembro de 2025
Capello non ha dubbi sull’Italia: «Gattuso ha fatto ciò che doveva e questo è importante. Il problema è il gruppo». La spiegazione dell’ex Juve

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Il ko subito contro la Norvegia ha confermato il momento delicato della Nazionale italiana. Nonostante il Commissario Tecnico Gennaro Gattuso abbia fatto ciò che doveva, il risultato finale una sconfitta obbliga l’ambiente a riflettere sulle reali capacità degli Azzurri. La sconfitta è stata inevitabile, ma il dato cruciale, secondo un’analisi interna, è psicologico.
L’Italia di oggi sconta un gap di talento. La squadra non ha grandi campioni e, per questo, l’aspetto più importante è creare la mentalità del gruppo. Storicamente, la Nazionale è andata avanti nei grandi tornei quando poteva contare su un blocco solido di giocatori provenienti da un unico club. Oggi, invece, il gruppo è frammentato perché ogni calciatore arriva da realtà differenti.
La missione di Gattuso è trasformare questa frammentazione in coesione, un compito che si preannuncia difficile. Le parole del tecnico alla squadra sono state un richiamo al dovere e alla necessità di un cambio di rotta psicologico. Gattuso ha agito per il bene della Nazionale, e ora il suo lavoro si concentrerà esclusivamente sul cementare l’unità in vista del prossimo ciclo.
Gli Azzurri sono ora proiettati agli spareggi di marzo. L’avversaria in semifinale sarà l’Irlanda del Nord.
La sfida finale è raggiungere il Mondiale 2026. Gattuso sa che per questo obiettivo la Nazionale ha bisogno di ritrovare quella coesione interna e quello spirito di corpo che le grandi squadre, in passato, hanno sempre avuto.
PAROLE – «Però Gattuso ha fatto ciò che doveva e questo è importante. Con la Norvegia ci siamo ancora una volta inchinati e questo ci obbliga a pensare alle nostre reali capacità. Ho sentito ciò che Rino ha detto alla squadra dopo la partita.
Adesso non abbiamo grandi campioni, quindi l’aspetto più importante è creare la mentalità del gruppo, ma è difficile: storicamente l’Italia è andata avanti nei grandi tornei quando ha avuto un gruppo solido di una squadra. Invece ora siamo un po’ frammentati, ogni calciatore arriva da realtà differenti».









































