Caso Osimhen, Auriemma attacca la Juve: «Paradossale che facciano i martiri, c’è solo da accettare questa cosa» | OneFootball

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·10 de outubro de 2025

Caso Osimhen, Auriemma attacca la Juve: «Paradossale che facciano i martiri, c’è solo da accettare questa cosa»

Imagem do artigo:Caso Osimhen, Auriemma attacca la Juve: «Paradossale che facciano i martiri, c’è solo da accettare questa cosa»

Caso Osimhen, Raffaele Auriemma, noto giornalista e tifoso del Napoli, ha attaccato duramente i bianconeri: le sue dichiarazioni

Un attacco frontale, durissimo e senza giri di parole. Il giornalista Raffaele Auriemma, attraverso il suo profilo X, è intervenuto a gamba tesa sulla polemica a distanza tra il mondo bianconero e il Napoli riguardo al cosiddetto “caso Osimhen”, l’indagine della Procura di Roma sulle presunte plusvalenze fittizie legate al trasferimento del nigeriano dal Lille nel 2020. Auriemma ha risposto per le rime a chi, dal tifo juventino, puntava il dito contro il club partenopeo e la Procura Federale.

Le sue parole, cariche di astio, non lasciano spazio a interpretazioni e mirano a ribaltare la narrazione di una Juventus “martire”.


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PAROLE – «Ritengo paradossale che una certa canea bianconera dimentichi le 41 sentenze di condanna alla Juventus dal 2006 a oggi e voglia darle l’etichetta di società martire, puntando il dito contro i cattivoni della Procura Figc e del Calcio Napoli. Rassegnatevi».

Il commento del noto giornalista di fede napoletana arriva in un momento in cui l’inchiesta della giustizia ordinaria sul trasferimento di Osimhen (ora al Galatasaray) prosegue, nonostante il Napoli sia già stato prosciolto dalla giustizia sportiva su questo stesso filone. Evidentemente, le critiche e i paragoni con le vicende che hanno coinvolto la Juventus in passato hanno spinto Auriemma a una reazione tanto veemente.

Auriemma e il riferimento alle sentenze bianconere

Il cuore dell’argomentazione di Auriemma risiede nel richiamo alla storia legale del club bianconero. Il riferimento alle “41 sentenze di condanna dal 2006 a oggi” è una chiara mossa per contrastare quella che lui definisce una percezione di vittimismo da parte del tifo juventino. Secondo il giornalista, è paradossale che chi ha avuto un passato legale così travagliato possa oggi ergersi a giudice nei confronti di un’altra società.

L’uso del termine dispregiativo “canea bianconera” e l’invito finale a “rassegnarsi” completano un quadro di scontro totale. Un messaggio che alza ulteriormente la temperatura di una rivalità già molto accesa, spostando il terreno di scontro dal campo di gioco alle aule (reali o mediatiche) dei tribunali.

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